lunedì 2 giugno 2025

Stesso e medesimo: differenze, usi e sfumature nel lessico italiano -- Un’analisi per comprendere al meglio la sottile distinzione tra due termini spesso confusi

 

La nostra melodiosa lingua italiana è ricca di sfumature, e anche termini che sembrano sinonimi possono avere differenze sottili ma significative. È il caso di stesso e medesimo, due pronomi (e aggettivi) spesso usati in modo intercambiabile, ma se analizzati con attenzione rivelano peculiarità che ne influenzano l’uso corretto. La conoscenza di queste sottigliezze permette di esprimersi con maggiore precisione e naturalezza.

Entrambi indicano identità, uguaglianza o ripetizione, ma con sfumature diverse. Stesso è più comune e usato per sottolineare una relazione di identità tra due o più elementi rispetto a un riferimento noto. È naturale nel linguaggio quotidiano e compare in frasi come:

  • Ho comprato lo stesso libro che mi avevi consigliato.

    Lui ha sempre lo stesso problema.

Medesimo, invece, ha un tono più formale e rafforzativo. Si trova spesso in contesti burocratici, giuridici o letterari, ed enfatizza un’identità perfetta tra due cose:

  • Il documento deve essere firmato dal medesimo soggetto che ha effettuato la richiesta.

    Il medesimo errore si ripete ogni volta.

Sul piano stilistico, mentre stesso è neutro e naturale nel parlato, medesimo può risultare ricercato o addirittura ridondante in certi contesti, appesantendo la comunicazione. Dire ci vediamo nello stesso posto!, per esempio, è più fluido rispetto a ci vediamo nel medesimo luogo!, che ha un tono artificioso.

Oltre a esprimere identità e uguaglianza, stesso può anche significare in persona o di persona, rafforzando il concetto che un’azione è compiuta direttamente da un soggetto, senza intermediari. Questo uso sottolinea la responsabilità personale o l’esperienza diretta. Qualche esempio renderà tutto più chiaro:

  • L’ho visto con i miei occhi, me l’ha detto lui stesso! → Qui stesso enfatizza che la persona ha pronunciato le parole personalmente.

    Il presidente stesso ha deciso di intervenire per chiarire la situazione. → Si sottolinea che non è un suo portavoce, ma lui in persona.

    Devi affrontare il problema tu stesso, non puoi aspettare che lo risolvano gli altri. → L’accento è posto sulla responsabilità individuale.

    Ho incontrato l'autore stesso del libro e mi ha raccontato come ha avuto l’idea. → Si mette in evidenza il valore dell’esperienza diretta.

Questa accezione di stesso è molto utile per rafforzare un’affermazione e dare maggiore enfasi a chi compie l’azione. In queste situazioni, medesimo non potrebbe essere adoperato, perché la sua funzione è legata esclusivamente all'identità tra elementi e non alla persona che agisce direttamente.

Per concludere queste noterelle: mentre stesso è versatile e presente sia nel linguaggio quotidiano sia nelle espressioni più enfatiche, medesimo ha un tono più formale ed è limitato all’indicazione di identità tra elementi. Saper distinguere questi usi aiuta a rendere il linguaggio più naturale e preciso, evitando ambiguità e migliorando la chiarezza e l’efficacia del discorso.

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La lingua “biforcuta” della stampa

Intrappolati in un torrente riescono a dare l'allarme: cinque minorenni salvati dalla piena improvvisa

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I cinque sono stati salvati dalla piena? Li ha salvati la piena? In buona lingua: cinque minorenni messi in salvo dalla piena improvvisa.



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