Nel nostro volume "S.O.S. Scrittura" si legge: Whisky, voce inglese di provenienza irlandese, 'uisce beatha' ("acqua di vita"). Improvvido qualsiasi tentativo di italianizzazione. Ma navigando in Rete, con sorpresa, ci siamo imbattuti nella grafia "whiski", con la seconda "i" normale.
Interno di un bar di Edimburgo
L'Italia che scrive: rassegna
per coloro che leggono, ...
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1972 - Visualizzazione
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all'interno – Pagina 20
Il whiski è vivo nel
libro, come è vivo quando lo si gusta. Tutto un mondo ruota attorno al prezioso
liquido, dalla produzione dei due tipi fondamentali, alla miscelazione, alla
vendita. Non fu sempre facile la vita del whiski , di cui si ...
***
Una sottigliezza linguistica
La testa e il capo - nell’uso corrente - sono sinonimi; tuttavia c’è - a voler sottilizzare - una piccola differenza. Con il termine “capo” ci si riferisce piú spesso all’anatomia umana, mentre con quello di “testa” ci si può riferire tanto all’anatomia dell’uomo quanto a quella degli animali. Inoltre nelle espressioni di uso comune e in quelle adoperate in senso figurato i due termini (testa e capo) hanno, talvolta, usi completamente distinti e non sempre sono interscambiabili nella medesima proposizione. Qualche esempio. Ricevere un colpo tra capo e collo (e non “tra testa e collo”); andare a testa alta (non “a capo alto”); fare a testa e croce (non “a capo e croce”); testa di rapa (non “capo di rapa”); essere in capo al mondo (non “in testa al mondo”); venirne a capo (non “a testa”); andare a capo; capo d’aglio ecc. Testa e capo, insomma, non sono sinonimi assoluti: occorre tenerlo presente, quando si scrive.
(Le
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diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauraso@hotmail.it)
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