Un nostro assiduo lettore, che chiede di rimanere incognito, con una squisita elettroposta desidera sapere se esiste il femminile di borgomastro, termine corrispondente al nostro sindaco in uso in Germania e nei Paesi di area teutonica. Ha consultato tutti i vocabolari in suo possesso – scrive – ma non ha trovato una risposta. Esiste, insomma, il femminile? Per chi scrive, cortese amico, esiste eccome, anche se non attestato nei vocabolari: “borgomastra” (il plurale, naturalmente, "borgomastre"). Secondo la grammatica della lingua italiana i sostantivi maschili in “-o” formano il femminile mutando la desinenza “-o” in “-a”: sarto/sarta; cuoco/cuoca; maestro/maestra; figlio/figlia. Borgomastro nella forma femminile diventa, pertanto, borgomastra, in conformità delle norme grammaticali. Sotto il profilo etimologico il termine è composto con le voci germaniche “burg” (borgo, città) e “meister” (comandante, capo), alla lettera il “capo della città”. Tornando alla lingua di Dante il femminile “borgomastra” (anche se “snobbato” dai vocabolari) si trova in alcune pubblicazioni. E l'estensore di queste noterelle concorda pienamente.
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