domenica 13 aprile 2025

Motivare: il guardiano delle ragioni. Spiegare senza causare, una lezione di armonia linguistica

 

 Viveva una volta, nel florido regno di Linguaglia, un verbo giovane e brillante, Motivare; nato dal nobile casato latino, portava nel cuore un dono speciale: la capacità di spiegare e illustrare con chiarezza i motivi (e le ragioni) delle cose. Non c'era decisione, giudizio o richiesta che non trovasse chiarezza (e giustificazione) grazie a lui. Quando un giudice doveva emettere una sentenza, Motivare era chiamato per spiegare con rigore le prove e i fatti, così che tutti potessero comprendere. Quando uno studente aveva bisogno di più tempo per completare un compito o un progetto, Motivare accorreva per aiutarlo a spiegare chiaramente all'insegnante i problemi personali che giustificavano la richiesta di proroga.

Motivare viveva felice, ma un giorno fu turbato dall’arrivo, dal lontano regno di Francofonia, di un verbo straniero, Motiver. Questi era affascinante e portava con sé un'idea rivoluzionaria: nella sua Terra, il verbo aveva assunto anche il compito di causare o provocare eventi. Disse a Motivare: "Perché ti limiti a spiegare le cose? Guarda come lo faccio io! In Francofonia, diciamo che ‘la pioggia motiva il ritardo del treno’ o che ‘l'inflazione motiva l'aumento dei prezzi’. Non è fantastico? Dovresti provare anche tu!"

Il giovane M
otivare, incuriosito e desideroso di ampliare i propri orizzonti, decise di provare questa nuova accezione. Cominciò, quindi, a dire che “la neve motivava il ritardo del treno" e che "la crisi economica motivava l'aumento delle tasse”. Ma i cittadini di Linguaglia rimasero alquanto perplessi. "Che cosa sta succedendo?" si chiesero. "Motivare non dovrebbe spiegare i motivi (e le cause) delle cose? Queste frasi sembrano opera di Causare o Provocare, non di Motivare!"

F
u allora che il conte Forbito, consigliere di re Cosimo, si accorse del problema e convocò Motivare al palazzo reale. "Mio caro verbo," gli disse con voce gentile ma ferma, "tu hai un dono unico e speciale. Sei nato per chiarire, spiegare e illustrare i motivi delle cose, non per causare direttamente gli eventi. Lascia che Causare, Provocare, Determinare e simili svolgano i loro ruoli. Se insisti nel seguire l'esempio di Motiver, rischi di perdere il tuo scopo e la tua identità."

M
otivare abbassò lo sguardo, turbato dalle parole del conte. Si recò allora dal re, il supremo custode della lingua, per chiedere consiglio. "Sire," disse, "voglio fare del mio meglio per servire il regno, ma non so quale sia il mio vero compito. Dovrei seguire Motiver o restare fedele al mio ruolo?"

R
e Cosimo, con la sua proverbiale saggezza e pacatezza, rispose: "Motivare, mio caro suddito e amico, tu sei il custode delle ragioni. Il tuo compito è illustrare con chiarezza i 'perché' e rendere il mondo più comprensibile. Non sei nato per causare o provocare eventi, ma per spiegare con eleganza le loro motivazioni. Ciascun verbo ha il suo ruolo, e la forza della nostra lingua sta proprio nella sua precisione e armonia."

M
otivare comprese il messaggio del monarca. Tornò, quindi, al suo compito per cui era nato e si impegnò ancora di più per aiutare i cittadini a chiarire e spiegare le loro azioni e decisioni. Quando il giudice motivava la sentenza con un'analisi dettagliata delle prove, o quando lo studente motivava la richiesta di proroga illustrando i suoi problemi personali, i cittadini di Linguaglia capivano l'importanza del suo ruolo. Quanto agli equivoci causati dall'influenza di Motiver, Motivare decise di lasciarli alle cure di Causare e Provocare, che si occuparono di dire che "la pioggia causava il ritardo" e che "la crisi economica provocava l'aumento delle tasse".

I
l regno tornò in perfetta armonia, e Motivare fu celebrato come uno dei verbi più preziosi e distintivi della lingua italiana: aveva ritrovato il suo ruolo, e con esso, la sua vera essenza.


















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