sabato 9 giugno 2018

«Grammaticando»... (4)


Abbiamo notato che molte persone danno al verbo “prorogare” un significato che non ha: rimandare, differire, aggiornare, rinviare e simili. Il verbo in oggetto significa “prolungare nel tempo”, “continuare oltre il tempo stabilito”. È usato correttamente, quindi, in frasi tipo “i termini di scadenza sono stati prorogati al 5 settembre” (prima il termine fissato era il 28 agosto, per esempio). Non è usato correttamente, invece, in espressioni tipo “l’udienza è stata prorogata a data da destinarsi”* (come si legge spesso sulla stampa). In questi casi il verbo corretto da usare è “rinviare”, “rimandare”, “aggiornare”. Gli amatori del bel parlare e del bello scrivere cerchino di non cadere in questo… trabocchetto, tollerato da certi vocabolari.

* In questo caso è errata anche l'espressione "da destinarsi": la preposizione "da" davanti a un verbo di modo infinito rende quest'ultimo di forma passiva (che deve essere destinata); la particella "si", quindi, va omessa essendo "compresa" nella preposizione (da).

Dintorno, avverbio e sostantivo. Quando è in funzione avverbiale, con il significato di “intorno”, “da ogni parte”, “tutto in giro”, si può anche scrivere con la “d” apostrofata (d’intorno): gli sedevano tutti dintorno/d’intorno per festeggiarlo. Quando, invece, è in funzione di sostantivo e vale “vicinanza”, “luogo vicino”, la grafia deve essere tassativamente univerbata e si usa, per lo piú, nella forma plurale: i dintorni di Roma; il mio amico abita nei dintorni.

Riguardo a, non riguardo il.  Bisogna dire, correttamente, "riguardo a" perché questa locuzione introduce l'argomento del quale si sta parlano o si parlerà in seguito. Nel linguaggio burocratico si trova spesso "al riguardo" con il significato di "a questo proposito", "su ciò", "di questo" e simili, secondo i casi, naturalmente: la Società si riserva di rispondervi al riguardo. In buona lingua è un uso da respingere recisamente. Si dirà, correttamente: la Società si riserva di rispondervi a questo proposito.

Ritornare "alla francese". È un gallicismo e, per tanto, da evitare l'uso del verbo "ritornare" nelle accezioni di rimandare, ricambiare, rendere, restituire e simili: gentile amico, le ritorno il libro che mi ha prestato. Diremo, italianamente: gentile amico, le restituisco il libro che mi ha prestato.

Salace. Si presti attenzione all'uso di questo aggettivo perché molti gli danno un significato che non ha: arguto, spiritoso, acuto, erudito e simili. Salace* significa, esattamente, eccitante, piccante, osceno, scurrile, libidinoso, indecente e simili. Uno scritto salace, per tanto, non è uno scritto arguto o spiritoso, ma uno scritto volgare, scurrile, libidinoso, indecente.

* Qui e qui.



Due parole sul verbo "interpetrare" che, contrariamente a quanto riportano alcuni vocabolari, non è una forma errata ma una variante di uso prettamente letterario del piú comune "interpretare". Cosí anche per quanto attiene a "interpetre".

1 commento:

Monmartre ha detto...

Buon giorno,
nel mio ambito lavorativo (informatico) la parola ritornare è usata non come derivata dal francese, ma dall’inglese – come calco di return –.
“La funzione mi ritorna 23”, “Quell’estrazione non ritorna righe”...
Ogni volta rischio un infarto alle orecchie.