Abbiamo notato che molte persone danno al
verbo “prorogare” un significato che non ha: rimandare, differire, aggiornare,
rinviare e simili. Il verbo in oggetto significa “prolungare nel tempo”,
“continuare oltre il tempo stabilito”. È usato correttamente, quindi, in frasi
tipo “i termini di scadenza sono stati prorogati al 5 settembre” (prima il
termine fissato era il 28 agosto, per esempio). Non è usato correttamente,
invece, in espressioni tipo “l’udienza è stata prorogata a data da destinarsi”*
(come si legge spesso sulla stampa). In questi casi il verbo corretto da usare
è “rinviare”, “rimandare”, “aggiornare”. Gli amatori del bel parlare e del
bello scrivere cerchino di non cadere in questo… trabocchetto, tollerato da
certi vocabolari.
* In questo caso è errata anche l'espressione "da
destinarsi": la preposizione "da" davanti a un verbo di modo infinito
rende quest'ultimo di forma passiva (che deve essere destinata); la particella
"si", quindi, va omessa essendo "compresa" nella
preposizione (da).
Dintorno, avverbio e
sostantivo. Quando è in funzione avverbiale, con il significato di “intorno”,
“da ogni parte”, “tutto in giro”, si può anche scrivere con la “d” apostrofata
(d’intorno): gli sedevano tutti dintorno/d’intorno per
festeggiarlo. Quando, invece, è in funzione di sostantivo e vale “vicinanza”,
“luogo vicino”, la grafia deve essere tassativamente univerbata e si usa, per
lo piú, nella forma plurale: i dintorni di Roma; il
mio amico abita nei dintorni.
Riguardo a, non riguardo il. Bisogna dire, correttamente, "riguardo
a" perché questa locuzione introduce l'argomento del quale si sta parlano
o si parlerà in seguito. Nel linguaggio burocratico si trova spesso "al
riguardo" con il significato di "a questo proposito", "su
ciò", "di questo" e simili, secondo i casi, naturalmente: la Società
si riserva di rispondervi al riguardo.
In buona lingua è un uso da respingere recisamente. Si dirà, correttamente: la
Società si riserva di rispondervi a
questo proposito.
Ritornare "alla francese". È un
gallicismo e, per tanto, da evitare l'uso del verbo "ritornare" nelle
accezioni di rimandare, ricambiare, rendere, restituire e
simili: gentile amico, le ritorno il
libro che mi ha prestato. Diremo, italianamente: gentile amico, le restituisco il libro che mi ha prestato.
Salace. Si presti attenzione all'uso di
questo aggettivo perché molti gli danno un significato che non ha: arguto, spiritoso, acuto, erudito e simili. Salace* significa,
esattamente, eccitante, piccante, osceno, scurrile, libidinoso, indecente e
simili. Uno scritto salace, per tanto, non è uno scritto arguto o spiritoso, ma
uno scritto volgare, scurrile, libidinoso, indecente.
* Qui e qui.
Due parole sul verbo
"interpetrare" che, contrariamente a quanto riportano alcuni
vocabolari, non è una forma errata ma una variante di uso prettamente
letterario del piú comune "interpretare". Cosí anche per quanto attiene a "interpetre".
1 commento:
Buon giorno,
nel mio ambito lavorativo (informatico) la parola ritornare è usata non come derivata dal francese, ma dall’inglese – come calco di return –.
“La funzione mi ritorna 23”, “Quell’estrazione non ritorna righe”...
Ogni volta rischio un infarto alle orecchie.
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