Sarebbe
ora, a nostro modesto avviso, che si finisse di scrivere «handicappato» con
quell'inutile orpello della "h", il termine, ormai, è entrato a pieno
titolo a far parte della nostra lingua, che bisogno c'è, quindi, di ricordare
la provenienza barbara del vocabolo che si è preferito ai piú schietti
«menomato», «invalido» o «invalidante»? Perché si vuole adoperare, a tutti i
costi, un verbo (handicappare) che non è né inglese né italiano? Togliamo, per
tanto, quel retaggio "barbarico" rappresentato dalla consonante h e
scriviamo «andicappare» (e i suoi derivati), dando a questo verbo, per la
verità molto brutto, una parvenza di "italianità". Soloni della
lingua, non siate... «andicappati mentali», accettate il fatto che la lingua va
difesa, e questo è uno dei modi per dimostrarlo.
sabato 17 gennaio 2015
L'armadio
Numerosi amici lettori ci hanno scritto, in
privato, "rimproverandoci" di aver trascurato - da un po' di tempo -
di parlare, da questo portale, dell'etimologia di alcune parole di uso comune.
Rimediamo subito. Qual è quella famiglia che, oggi, non ha in casa un... armadio?
Tutti abbiamo questo "aggeggio" e tutti sappiamo che vi si possono
riporre le cose piú varie, dai libri agli abiti, agli alimenti, agli utensili e
via discorrendo. Non è il caso, per tanto, di soffermarci a descrivere
l'oggetto che, comunemente, si indica con questo nome. Con queste noterelle
vogliamo mettere in evidenza il fatto che l'aggeggio di cui parliamo non era
poi tanto "comune" nei secoli passati. Era un oggetto
"inventato", oltre tutto, per uno scopo ben preciso: quello di
tenervi celate le armi della famiglia. I nostri antenati Latini da
"arma" (le armi) coniarono "armarium", vale a dire
"deposito di armi". Originariamente - in lingua italiana - il termine
sonava, infati, "armario"; poi, per il solito processo semantico,
divenne "armadio". Se prendiamo alcuni libri antichi e abbiamo la
pazienza di sfogliarli troviamo la "prova provata". Nel «Cortegiano»
di Baldassarre Castiglioni, scrittore famosissimo del Quattrocento, possiamo
leggere, per esempio, questa frase. «Crederei... che or che non siete alla
guerra né in termine di combattere, fosse buona cosa... tutti i vostri arnesi
da battaglia riporre in un armario». Ma anche nel grande "moderno"
Gabriele d'Annunzio possiamo leggere che «il collezionista prendeva i libri
dalle file dell'armario». Ancora oggi in qualche vernacolo italiano, se non
cadiamo in errore, la forma arcaica "armario" è in uso. Attualmente
tutti adoperiamo il termine armadio dentro il quale riponiamo ogni sorta di
cose non sapendo che in origine, per l'appunto, era nato per tutt'altro scopo.
Andicappare, meglio che handicappare
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2 commenti:
A me pare che il suo sia integralismo linguistico molto offensivo e quindi nocivo. Chiamare (h)andicappato mentale chi non la pensa come te...
Marino
Caro Marino,
la sua - mi permetta - è una malignità del tutto gratuita...
FR
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