di Salvatore Claudio Sgroi
1. L'evento
bibliografico
Molto opportunamente il prof. Alfio
Lanaia nel suo commento al mio intervento 119. "Esigito":
ma è veramente un errore? (10 gennaio) ha ricordato la "voce
autorevole" del Presidente della Crusca, Claudio Marazzini su tale tema, riportando
le seguenti parole de L'italiano è
meraviglioso:
1.1. Una dimenticanza
Devo prima dire che avevo letto il vol.
di C. Marazzini (2018), di cui avevo anche discusso ("Elogio dell'italiano ovvero il trionfo della Crusca
marazziniana", in "Quaderni
di semantica" 2020, pp.
127-49). E quando ora ho ripreso tra le mani
il vol. di Marazzini, privo peraltro di un indice delle parole, ho notato che
avevo segnato a penna alla fine del testo l’es. in questione con l'indicazione
della p. 192. Ma poi non l’ho più ricordato.
Analizzando ora il passo
su citato di Marazzini, non si potrebbe sostenere, stando alle citazioni
illustri ("penne illustri") da me riportate (E. De Felice, S.
Raynaud, G. Reale ecc.), che [A-ii] esigito
sia tipico della lingua dei semi(n)colti e quindi [A-i] sia "da
condannare" e [A-iii] "da evitare".
Non c'è invece dubbio [B]
sul "significato burocratico" del pp. esatto e che [C] esatto vuol
dire anche 'giusto' come agg. o avv. Si tratta infatti di un lessema polisemico
derivante dalla stessa base etimologica latina dotta ("dal lat. exactu(m),
propr. p.pass. di exigĕre 'esaminare'"). Ma la polisemia diacronica
si risolve in "omonimia sincronica", data la distanza semantica tra il
pp. esatto1 e l'agg.-avv. esatto2. E infatti i
dizionari come De Mauro 2000, Garzanti 2020, Zingarelli 2021, Treccani-Simone
2009, Sabatini-Coletti 2007, propongono due diversi lemmi e non un solo lemma
polisemico.
Pienamente condivisibile
[D] -- e senza il "forse" -- che esigito
p.p. "potrebbe forse essere usato al posto di esatto", in consonanza con la posizione indicata nel Vocabolario italiano di De Felice - Duro
(1993), da me ricordato, con cui peraltro Marazzini aveva collaborato come
autore di appendici linguistiche, e quindi implicitamente se ne riconosce la
correttezza normativa.
Che Marazzini confessi
che, malgrado ciò, "non usere[bbe] esigito", è una scelta più che
legittima: de gustibus. Dal mio punto
di vista 'laico', è importante che chi adopera/adoperi esigito non venga però accusato di usare una forma (presuntivamente)
"errata", in realtà semplicemente diversa dalla propria.
Non posso invece
condividere [F], d'accordo col commento del sig. Vittorio Pepe al mio intervento, la prassi
interventista dei "correttori di bozze", che non sono autorizzati in
alcun modo a modificare un testo, senza il consenso dell'autore.
Alla fine [G] le
"possibilità di successo", preconizzate da Marazzini, non possono
dispiacere se si tiene presente che una lingua non è mai monolitica e che può
presentare varianti colte, al posto di una sola forma.
Paolo D'Achille nel suo manuale su L'italiano contemporaneo (il Mulino 20031
p. 118 immutato in 20194), da parte sua tra "i fatti più
significativi" delle "nuove linee di tendenza" dell'italiano (p.
122), cita en passant e --
descrittivamente -- l'es. esigito
"originatosi anche perché esatto,
a dispetto della sua vitalità nell'uso burocratico, è sentito non in rapporto a
esigere ma come aggettivo autonomo,
sinonimo di 'giusto', 'preciso', certo anche in seguito all'uso radiotelevisivo
che propone l'ora esatta e la risposta esatta!" (p. 123), confermando
anche il rilievo del citato signor Vittorio Pepe per il quale esigito "colmerebbe il vuoto
semantico esistente".
Il Nuovo
Devoto Oli a cura di L. Serianni - M. Trifone (Le Monnier-Mondadori 2021)
dedica al verbo esigere un riquadro nella
rubrica "Parole minate" (p. 791), ricordando da un lato che
"come participio passato la forma esatto
è di uso raro e ricorre soltanto nel linguaggio burocratico con il significato
di 'riscosso'", mentre "nell'uso comune esatto è un aggettivo" e vale 'preciso', 'giusto'. Individua
quindi correttamente la Regola-2 analogica alla base della forma esigito, che giudica però puristicamente
errata in quanto non-etimologica:
"Quando si crea una lacuna nel
paradigma di un verbo, i parlanti sentono il bisogno di colmarla. Da qui
nascono usi erronei [etimologicamente], come il participio passato *esigito, formato sul modello dei verbi
della seconda coniugazione che hanno il participio passato in -ito" [Regola-2], per es. assistere > assistito, esistere >
esistito ecc.
Il citato prof. Lanaia
ricorda inoltre en passant che
accanto a esigito "ci sarebbe
anche esigiuto".
In effetti, nel mio Gli Errori ovvero le Verità nascoste,
accanto ad esigito si trova pure l'analisi della variante analogica esigi-uto,
(pp. 108-12) che qui brevemente riprendo.
La Regola-1 [R-1]
alla base del pp. (1) esatto è, come ricordato nel precedente
intervento, quella diacronico-etimologica del latinismo ("dal lat. exactu(m)).
La Regola-2 [R-2] ("verità
nascosta") alla base del pp. (2) esig-ito è quella sincronica dei
pp. dei verbi di III coniug. in -ire (per es. ag-ito, cap-ito,
colp-ito, costru-ito, fin-ito, ecc.)
La Regola-3 [R-3] ("verità
nascosta") alla base del pp. (3) esigi-uto è invece quella dei
verbi di II coniug. cred-uto, tem-uto, accad-uto (ma anche
ven-ire/-uto), e cfr. anche sic. sìggiri pp. siggi-ùtu 'riscosso'.
La Genesi-1 di (1) esatto è
diacronica, latinismo, datato av. 1540 G. Guicciardini (DELI), "dal
lat. exactu(m), propr. p.pass. di exigĕre 'esaminare'".
La Genesi-2 di (2) esig-ito datato
1657 L. Alessandri (da *esig-ìre) è sincronica, neoformazione analogica
sui verbi di III coniug. (finire/-ito, agire/-ito).
La Genesi-3 di (3) esigi-uto (da
esìg-ere) è sincronica, datata M. Mastrofini 1814, E. Sue 1856:
neoformazione come i verbi di II coniug. (crèdere/-uto), e anche
interlinguistica, dialettale (sic. sìggiri/siggi-ùtu).
Una frase con esigiuto, è stata
da me colta più volte in bocca a un rampante preside catanese, al posto del
canonico, burocratico (e raro) p.p. esatto.
Sulla scorta di Google libri ricerca
avanzata (11.XII.2018) almeno 4 sono gli ess. ottocenteschi in testi
tipologicamente diversi (letterari, di economia):
(ii)
Michel Chevalier 1856:
"occorrerebbe che costantemente e dovunque essa avesse esigiuto e
dovesse esigere la stessa quantità di sforzi ugualmente rimunerati e di spese
d'ogni genere" (Moneta e suoi surrogati, Torino, p. 37).
(iii)
Charles Coquelin 1857: "Questo
sistema avrebbe esigiuto altronde, lo si è veduto, la costituzione
precedente di un fondo di riserva: [...]" (Moneta e suoi surrogati,
Torino, p. 13).
(iv)
François Marc Louis Naville 1867:
"la misura di queste retribuzioni rimarrebbe al di sotto di quanto avrebbero
esigiuto intraprese private e clandestine" (Della carità legale,
dei suoi effetti, delle sue cause [...],
Econom. 2a serie, tomo XIII, 1, p. 1030).
Sul versante normativo il p.p. esigiuto
è condannato da grammatici e lessicografi dell'800 e del '900, per es.:
Francesco
Cardinali, Paolo Costa 1819 considerano esigiuto ancora
"erroneo" nel Dizionario della lingua italiana (Bologna, Masi,
tomo I, p. 173).
Giuseppe
Compagnoni 1820 non diversamente giudica
esigiuto "erroneo" (Teorica de' verbi italiani: regolari, anomali,
difettivi e malnoti, Milano, Società Tipografica de' Classici Italiani, II
ed. p. 145). E così nelle successive riedd. (1825 p. 171; 1834 p. 161; 1856 p.
159; 1857 p. 142).
La Norma-1 di esatto è propria dell'italiano
standard letterario.
La Norma-2 di esig-ito è dell'italiano
neo-standard.
La Norma-3 di esigi-uto è invece propria dell'italiano
meridionale, documentata nell'uso orale di parlanti peraltro laureati.
Normativamente, l'uso di [2] esig-ito
è corretto in virtù dei suoi utenti colti e non marcati diastraticamente,
documentato peraltro fin dal '600; ma anche l'uso di [3] esigi-uto, almeno ottocentesco, è corretto
in quanto in bocca a parlanti colti di origine meridionale (ovvero uso marcato
geograficamente).
Sommario
1. L'evento
bibliografico
1.1. Una dimenticanza
2. La posizione del
Presidente della Crusca dinanzi il caso esig-ito
3. Paolo D'Achille (20031,
20194): descrittivista
4.
Devoto-Oli-Serianni-Trifone (2021): neopurista
5. Il caso esigi-uto
5.1. Tre Regole antagoniste
5.2.
Tre Genesi
5.3.
Gli usi di esigiuto
5.4.
Prescrittivismo dei grammatici otto-/novecenteschi
5.5. Tre Norme
5.6. Valutazione normativa (corretto-errato?)
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico,
quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)
Ringrazio il Prof. Sgroi per la sua attenta e interessantissima disamina.
RispondiEliminaVittorio Pepe