Si capisce subito, intanto, che la staffetta è il diminutivo di staffa,
quell’aggeggio nel quale il cavaliere infila i piedi per restare ben saldo in
sella. Il vocabolo lo abbiamo preso pari pari dal longobardo “staffa”
(sostegno, predellino). Un tempo - come tutti sappiamo - unico mezzo di
locomozione e di “comunicazione” era il cavallo: non c’erano treni, aerei,
automobili, telegrafo e telefono; non c’era nulla, insomma, che permettesse di
superare molto rapidamente le distanze. Il cavallo era tutto: mezzo di
trasporto e di “comunicazione”. Si capisce benissimo, quindi, come l’uomo
vivesse gran parte della sua vita a... cavallo, posato su due staffe;
soprattutto gli uomini che avevano il compito di portaordini, di corriere,
diremmo di “postino”: essi montavano in sella all’alba e ne scendevano a notte
fonda. Questi uomini vennero chiamati, dalla fantasia popolare, “staffette”,
uomini, cioè, con i piedi infilati nelle staffe. Con il trascorrere del tempo
questo termine è stato “trasportato” nel gergo sportivo per indicare quella
gara di corsa che si disputa negli stadi tra due o piú squadre di corridori
veloci. Perché staffetta? Riprendiamo, per un attimo, il discorso iniziale,
quello sulla “nascita” della staffetta. Quando le distanze da superare erano
grandi, va da sé che una sola staffetta non bastava; esse, per tanto, erano
molte, disseminate a intervalli regolari lungo tutto il tragitto, e si davano
il cambio. Cosí come avveniva per le “carrozze postali” che si davano il
cambio, appunto, alla “posta”, cioè alla fermata, alla stazioncina-locanda: il
“postino” arrivava alla “fermata”, saltava a terra, consegnava il messaggio al
suo collega “fresco” il quale partiva di gran carriera, e cosí fino alla destinazione da raggiungere. A questo punto è intuitivo capire come si sia
arrivati a denominare “corsa a staffetta” quella gara che si disputa negli
stadi. Per i blogghisti non sportivi diciamo che la “corsa a staffetta” è una
gara podistica in cui piú corridori, appartenenti a una stessa squadra, corrono
l’uno dopo l’altro, percorrendo ciascuno un determinato tratto dell’intero
percorso e trasmettendo, ciascuno di essi, un bastoncino al concorrente
successivo; l’ultimo corridore deve, poi, consegnarlo all’arrivo. Vince la
squadra in cui l’ultimo componente avrà consegnato il bastoncino prima degli
ultimi corridori delle altre squadre. Ci sembra doveroso aggiungere - per
completezza d’informazione - che dalla staffa sono nati lo “staffiere”, cioè il
servo che reggeva la staffa al signore che montava a cavallo e, per estensione,
“servitore di casa signorile”; lo “staffile”, che è la striscia di cuoio che
unisce la staffa alla sella e, estensivamente, una qualsiasi sferza formata di
una striscia di cuoio fissata a un manico e lo “staffale”, specie di staffa, appunto,
vale a dire un ferro sporgente sul manico della vanga e sul quale il contadino
preme il piede per affondare l’arnese nel terreno; termine piú conosciuto,
forse, come “vangile”, tratto da vanga, appunto.
***
Coprire
È cominciato il giro d'Italia siamo sicuri, quindi, che leggeremo sulla
stampa e sentiremo nei notiziari radiotelevisivi che «il corridore Y ha coperto
i chilometri che lo separavano dal traguardo in poco piú di 20 minuti». E che c'è di
strano? - si domanderà qualcuno. L'uso improprio, ma sarebbe meglio dire errato,
del verbo coprire. Il suddetto verbo significa "nascondere", "occultare" e
simili: ha coperto la bicicletta con
un telo perché pioveva. Usato nella forma riflessiva sta per "vestirsi"
(per ripararsi dal freddo): oggi la temperatura si è abbassata di molti gradi,
occorre coprirsi bene. Come si fa,
dunque, a "coprire i chilometri"? Si nascondono? Si occultano? Il
verbo che fa alla bisogna è percorrere:
Y ha percorso i chilometri in 20
minuti. Ma non è finita. Sono errate anche le locuzioni, di uso corrente,
"coprire un incarico"; "coprire le spese". Chi ama il bel
parlare e il bello scrivere dirà: esercitare,
occupare un incarico; rifarsi delle spese. I vocabolari
però... Ma tant'è.
della Roma Salah, Nainggolan e De Rossi
***
Da un quotidiano in rete:
Colosseo,
manichini impiccati dei giocatoridella Roma Salah, Nainggolan e De Rossi
-------------------
Siamo un po' tardi: ci piacerebbe sapere se i manichini
impiccati appartenevano ai giocatori della Roma (Salah, Nainggolan e De Rossi)
o se sono/siano stati impiccati manichini (raffiguranti) dei giocatori della Roma. Il
titolo, ci sembra, è anfibologico.
Nessun commento:
Posta un commento