«Questa volta l'ha fatta proprio grossa - sbottò il capufficio - domani proporrò al
capo del Personale di "dar le pere" al ragionier Fruttini, non posso
controllare sempre il suo lavoro mal fatto, non ho tempo!». "Dar le
pere" - lo avrete intuito - significa "mandar via uno",
"licenziarlo". Questa locuzione (forse poco conosciuta) si adopera,
però, soprattutto nei confronti dei fidanzati che si lasciano, che rompono la
loro promessa: Piero e Angela si son date le pere. Il Tommaseo spiega cosí questo modo di dire: «Forse perché con la
frutta il desinare è finito... ». L'allusione alla tavola imbandita si trova
anche in un'altra locuzione, molto antica e anche questa - probabilmente - non
molto nota: "aspettar le pere guaste": trattenersi a tavola piú del
dovuto. Le pere "marce" erano cotte nel vino e venivano servite alla
fine di un lauto pranzo. Ci sono altre espressioni in cui le pere "la
fanno da padrone". Si veda qui.
***
Buttare
Questo verbo, della prima coniugazione, cambia di
significato a seconda della "transitività" e "intransitività".
Quando sta per "sciupare", "scagliare", "gettare",
"annullare", "demolire" e simili è transitivo: in pochi
minuti ha buttato tutto il lavoro
svolto negli anni; anticamente c'era l'usanza, a fine anno, di buttare dalla finestra i mobili vecchi. È
intransitivo, e prende l'ausiliare avere, quando significa
"germogliare": quest'anno alcune piante tardano a buttare. Si adopera anche in forma
riflessiva con il significato di "dedicarsi", "darsi" e
simili: Luigi si è buttato nello
studio della musica.
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