mercoledì 31 maggio 2017

Aver la voglia del calcinaccio


Erano giorni e giorni che gli inquilini del piano di sopra facevano un baccano tremendo:  avevano spostato tutte le pareti del proprio appartamento per cambiare la disposizione delle stanze al fine di conferire alla casa un aspetto piú "signorile". I lavori si sarebbero conclusi tra breve con somma gioia del cavaliere che occupava l'appartamento sottostante. A lavori ultimati Mendace - il cavaliere - non poté trattenersi dall'esclamare: Vivaddio, alla signora Paolina è finita la voglia del calcinaccio! La moglie - che lo aveva sentito - lo riprese: Michele, Paolina non è mica incinta! cosa dici! Lo so - replicò il cavalier Mendace -  è un modo di dire - anche se non molto conosciuto - e si dice delle persone che "armeggiano" sempre dentro casa; soprattutto di coloro - come nel caso di Paolina - che demoliscono e ricostruiscono in continuazione; si dice, insomma, di coloro che amano cambiare spesso la disposizione delle stanze dell'appartamento.
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La virgola prima del "che" è corretta? Dipende...
Il "che" - come si sa (o si dovrebbe sapere) introduce le  proposizioni subordinate relative che, a loro volta, si dividono in "relative restrittive" e "relative esplicative". Le prime danno un' "informazione" indispensabile per precisare il significato della proposizione principale: non ho ancora restituito alla biblioteca il libro che avevo preso in prestito. In questo caso la virgola prima del che "interromperebbe"  il significato dell'antecedente (principale); le seconde, le esplicative, forniscono un'indicazione "in piú", non strettamente necessaria per il significato della principale: domani telefonerò a un mio amico, che è appena tornato a casa dall'ospedale. Riassumendo. Nelle relative restrittive la virgola prima del che non è necessaria; in quelle esplicative, al contrario, è necessaria, se non obbligatoria.


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La lingua biforcuta...


 Gtt torna all'antico: si salirà sui bus davanti e dietro, si scenderà dalle porte centrali


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È il caso di "ricordare" che la locuzione avverbiale corretta è all'antica (non all'antico), vale a dire "secondo la maniera antica", "secondo l'usanza antica", con ellissi del sostantivo "alla (maniera) antica".
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Abbiamo segnalato l' "orrore" ai responsabili, ma finora hanno fatto orecchi...

7 commenti:

  1. Gentile dottor Raso,
    una domanda... telegrafica: a suo avviso le espressioni "tra breve" e "a breve" possono essere usate indifferentemente?

    Cordiali saluti
    Ines Desideri

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  2. Cortese Ines,
    a mio modo di vedere le due espressioni hanno sfumature diverse ed entrambe sono ellittiche del sostantivo: Tra breve (tempo) cominceranno gli esami di maturità; A breve (termine, scadenza) dovremo pagare le tasse.
    Con viva cordialità
    FR

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  3. La ringrazio per la risposta, dottor Raso.
    Negli esempi lei usa il tempo futuro ("cominceranno", "dovremo"), l'unico che personalmente considero corretto dopo/con l'espressione "tra breve", mentre adopera quest'ultima dopo il condizionale passato in "I lavori si sarebbero conclusi tra breve".
    A mio avviso il condizionale passato avrebbe richiesto un'espressione diversa, quale - ad esempio - "dopo un po' (di tempo)".
    Concorda?

    Cordialmente
    Ines Desideri

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  4. Volendo "pignoleggiare" concordo, cortese Ines.
    Con viva cordialità
    FR

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  5. Ha cassato il mio commento... alla faccia della democrazia.

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  6. Cortese V.S. non ho cassato nulla! Il suo commento non è mai arrivato. Lo rimandi.
    FR

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  7. Detto con estrema sintesi, del pignoleggiare lei è eccellente esempio e maestro...
    V.S. (Molfetta)

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