lunedì 21 ottobre 2024

Sofia e Lucia sono incinta

 


Viveva una volta, in un lontano regno - ai confini dell’universo - chiamato Grammatica, una parola molto speciale: Incinta. Costei risiedeva in un villaggio abitato esclusivamente da parole femminili e aveva un dono veramente speciale: portava con sé il miracolo della vita. Il nome che le era stato imposto derivava dal latino medievale "incincta" (non-cinta, incinta, alludendo, probabilmente, al fatto che le donne in stato di gravidanza non portassero la cintura). 

Un giorno, la giovane Incinta decise di esplorare il vasto mondo della lessicologia all’interno del regno. Mentre viaggiava si accorse che, nonostante il suo dono speciale, molti abitanti di Grammatica sembravano non capire come usarla correttamente, nel parlare e nello scrivere. Spesso, nei villaggi dei libri che attraversava e nei sentieri che percorreva sentiva dire che lei apparteneva alla schiera delle parole invariabili. Ciò la confondeva, e non poco, perché sapeva benissimo di essere come qualsiasi altra parola femminile, capace di trasformarsi, all’occorrenza, nella forma plurale. 

Lungo il suo viaggio incontrò una vecchia e saggia parola, Etimologia, che conosceva le radici di tutte le parole del regno. "Carissima Incinta," le disse Etimologia, "hai il sacrosanto diritto di essere declinata come tutte le altre parole. La confusione nasce, indubbiamente, dall'ignoranza e dalla diffusione di errori attraverso le generazioni." 

Etimologia le spiegò che, col trascorrere del tempo, molte persone avevano cominciato a trattarla come invariabile perché l'avevano vista adoperata così tanto, nella forma errata, da sembrare corretta (come accadde per Colluttorio, la cui grafia corretta è con una sola “t”: collutorio). Così nei villaggi più remoti e nelle abitazioni dove i libri non “erano di casa” le persone avevano cominciato a dire "le donne incinta" invece di "le donne incinte". Questo strafalcione si era cristallizzato e diffuso, creando un'illusione di correttezza. 

Per rimediare a questo “sfacelo linguistico”, la saggia Etimologia suggerì a Incinta di diffondere la grafia corretta. Insieme, organizzarono un grande raduno nella piazza principale dove tutte le parole del regno furono invitate. Con la voce gentile ma ferma, su un palco allestito per l’occasione, Incinta spiegò ai presenti, anzi alle presenti, la sua vera natura:

"Amiche mie carissime, io sono una parola come tutte voi, e come tutte voi posso essere declinata. Quando mi trovate in compagnia di altre donne, che hanno il mio stesso dono, chiamatemi Incinte." 

Le astanti applaudirono e capirono. Da quel giorno in tutto il piccolo regno si cominciò a usare Incinta correttamente: Giovanna è incinta; Sofia e Lucia sono incinte. La confusione, finalmente, venne dissipata, e nel regno di Grammatica tutte le donne incinte vissero felici e contente. 

Alla fine azzardiamo un proverbio che potrebbe interessare i paremiologi e "prendere piede": La donna incinta è come la luna, porta una nuova luce nel mondo.

 

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Con il tempo – siamo fiduciosi – gli operatori dell’informazione impareranno ad adoperare i prefissi in modo corretto, cioè “attaccati” alla parola che segue: filooccidentale, meglio filoccidentale, con la crasi. “Filo-” e “crasi”.



(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)

 

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