di Salvatore Claudio Sgroi
1. L'evento
giornalistico
Nella
tradizionale decennale rubrica "Il
Nuovo Italiano", curata da Valeria Della Valle e Giuseppe Patota,
così indicata nel "Sommario" del settimanale "Dipiù"
dell'editore milanese Cairo, e con il sovratitolo neopuristico ad inizio della pagina:
"Quando il nuovo italiano è corretto e quando non lo è", una delle
domande poste dai lettori nel n. 3 del 21 gennaio 2022, recita "Come
chiamare i malati di Covid?" (p. 80) ovvero: "un malato di covid si
chiama 'paziente covidico' o 'paziente covidoso'?
Al
riguardo Luca Serianni aveva
avanzato "il sospetto che alcuni quesiti non risalgano ai lettori ma siano
frutto della redazione", ovvero si era chiesto: "fino a che punto le
domande sono autentiche e in che misura sono il frutto, invece, di un abile
montaggio, se non proprio di una confezione, da parte della redazione? Probabilmente,
ce ne saranno di autentiche e di fittizie (L'ideologia linguistica del parlante medio, in A.P. Alamán - F.
Ruggiano - O. Walsh eds., Les idéologies
linguistiques: langues et dialectes dans les média traditionnells et nouveaux,
P. Lang GmbH, Berlin 2021, pp. 19-33, a p. 20, 26).
La
domanda era stata invero precedentemente posta (con relativa risposta) da
Fausto Raso, in questo blog, di sabato 30 maggio 2020 "Covidico o covidotico?", e
girata quindi alla Treccani. Lingua
italiana del 4 giugno 2020, che l'aveva arricchita di ulteriori dati.
La
risposta del tandem Della Valle-Patota è prudente: da un lato con riferimento
all'autorità dei vocabolari si precisa che "per indicare una persona
ammalata di Covid non abbiamo ancora a disposizione l'aggettivo
ufficiale approvato dai vocabolari della lingua italiana".
E
in effetti, nel Devoto-Oli-Serianni-Trifone 2021 e nello Zingarelli non appare
neppure l'agg. covidico, mentre il covidoso presente nel solo Zingarelli è
voce defunta e con tutt'altro etimo (provenzale) e significato 'cupido'.
Il
termine covid, alla base di covid-ico, stranamente latita anche tra
le sigle nel Devoto-Oli-Serianni-Trifone 2021, mentre nello Zingarelli 2021 è registrato il
composto "Còvid-19 o COVID-19"
con l'etimo diacronico "dalla sigla ingl. CO(rona) VI(rus) D(isease) 19
'malattia da coronavirus iniziata nel 2019'" e datato 2020. Il termine è
lemmatizzato come "A. s.m. o
(più raro) f. invar. 1 (med.)
Malattia respiratoria contagiosa di tipo pandemico causata nell'uomo dal virus
SARS-CoV-2 (...)" e "2 correntemente, il virus stesso".
Come
sublemma appare anche -- non in stretto ordine alfabetico -- "Còvid accorc." con l'es. misure
di prevenzione contro il Covid, e ancora "B anche in funzione di agg. inv." con l'es. emergenza C.
Quanto
al paziente covidoso, avanzato dal
lettore, Della Valle - Patota, come già Fausto Raso 2020 e Treccani 2020, ne
escludono l'uso in virtù del significato del tutto im-pertinente (su indicato):
"Di
sicuro, per ora, sappiamo solo che non possiamo usare covidoso, un termine che esiste già ma che ha tutt'altro
significato, dato che significa 'bramoso, cupido'".
Gli
AA. propongono quindi al lettore una duplice alternativa tra covid-ico
e covid-otico,
richiamando pari pari le regole di formazione dei due derivati, già esplicitate
da F. Raso:
"Possiamo
scegliere, per ora, tra covidico, che però non è del tutto
corretto, perché il suffisso -ico indica appartenenza, modo (come
negli aggettivi atmosfer-ico, biolog-ico
eccetera), e covidotico (come in tubercol-otico,
cirr-otico eccetera)".
Dinanzi
al fastidio per la compresenza di due possibili derivati gli AA. invitano alla
fine il lettore ad attendere la forma
che prevarrà:
"Dovrà
quindi avere (...) la pazienza di aspettare ancora un po' per sapere quale
parola prevarrà sull'altra",
nella
speranza che la lingua non debba più ricorrere a un termine per indicare 'i
malati di covid': "Ma ci auguriamo che presto non ci sia più bisogno di
una parola che indichi le persone malate per colpa del terribile virus".
Anche
nel nostro Dal Coronavirus al Covid-19.
Storia di un lessico virale (Edizioni dell'Orso 2020) si era posto il
problema della lessicalizzazione della nozione "paziente affetto da
covid". Stando agli usi reali, le soluzioni lì documentate erano:
(a) sintagma "i malati di Covid-19" (p. 47);
(b) composti binominali: paziente covid: "parla un paziente
covid ricoverato" (pp. 54, 56); malati
covid (p. 54), persona covid (p.
51), soggetti covid (p. 54), pazienti non-covid (p. 56);
(c) singoli lessemi: covid 'persona affetta da covid', "la tac prevedeva che fosse
Covid" (p. 51), nonché nel composto ex-covid:
"ex-covid mandati nelle Rsa" (p. 52); -- ma anche coronavirus: "Quanti sono i
coronavirus nelle carceri?" riferito ai detenuti, colto in bocca a N.
Gratteri (p. 17).
Nel
testo di D. Pietrini, La lingua infetta. L'italiano della pandemia
(Treccani 2021), che pure non ha focalizzato il problema di questa
lessicalizzazione, privo purtroppo di un indice delle parole, appaiono:
(a) sintagmi: "un accesso diverso
dai Covid" (p. 38), "I contagiati da Covid" (p. 38);
(b) composti binominali: pazienti covid (pp. 44, 45, 51), soggetti covid (p. 54);
(c) singolo lessema i covid lievi (p. 38), con i composti no-covid: "ricoveri dei no-covid" (p. 28), pazienti ex covid (p. 39).
In P.
Cornaglia Ferraris, COVID-19. Piccolo
dizionario di ciò che sappiamo (Laterza 2020, on line) si riscontrano:
(a)
sintagmi:
"gli
ammalati di COVID-19" (p.
56), "padiglioni e operatori ospedalieri COVID-19 dedicati" (p. 64), "i pazienti con COVID-19" (p. 69);
(b) composti: pazienti COVID-19 (pp. 16,
44), "Il triage dei malati COVID-19" (p. 69).
Quanto
al suffissato covid-ico agg. di
relazione con -ico (p. 12), attestato
nel nostro Dal Coronavirus... su
citato, anche in ingl. "Covidic Time" (p. 57), è documentato come
agg. di relazione per es. "pandemia covidica" (ibid.), "sregolatezze covidiche" (ibid.), e un es. isolato come s.m. 'malato di covid' con S. Massini
2020 anche in portoghese. (ibid.). Un
fugacissimo cenno in Pietrini 2021
(p. 38) con rinvio a Novelli 2020 (in Treccani), ritenuto
"morfologicamente poco appropriato".
Nessun
cenno a covidico nel pur ricchissimo
saggio di F. Marri 2020, 2021 (Lingua
e burocrazia alla prova del Covid (I), (II) (III) in "Lingua
Nostra" LXXXI, Fasc. 3-4 Settembre-Dicembre 2020, pp. 65-85; Vol. LXXXII, Fasc. 1-2 Marzo-Giugno 2021, pp. 35-57; Fasc. 3
in c. di st.), né in
Cornaglia P. Ferraris 2020.
Stando
a Google (23 gennaio), la voce "covidico"
(tra virgolette) indica 8.190 "risultati" rispetto a "covidotico" presente solo in 48
"risultati": un rapporto che non lascia dubbi sulla affermazione del
primo.
Lo
stesso Google consente di documentare la fortuna e nell'uso e nella
lessicografia spagnola di covídico
sia agg. che s.m. che appare nel Diccionario histórico de la lengua española con vari ess. tra cui: agg. 1) "perteneciente
o relativo a la covid", ess. un
verdadero 'nuevo lenguage covídico' (30.9.2020); una ola covídica de segunda generaciόn (3.1.2021); -- 2) "que
tiene covid", ess. los pacientes
covídicos (7.5.2020; 24.11.2020); el
traslado de enfermos covídicos (26.1.2021); -- 3) s.m. e f. "Persona
que tiene covid", ess. El número de
covídicos (...) desde el inicio de la crisis es de 216 personas
(14.5.2020); Hay 143 covídicos ingresados
en la provincia (25-11-2020).
Sommario
1. L'evento
giornalistico
2. Covidico latitante nella
vocabolaristica
2.1. Covid affiorante nella lessicografia
3. Covidoso? no!
4. Tra covid-ico e covid-otico quale prevarrà?
5. Lessicalizzazione:
dai sintagmi ai composti ai singoli lessemi
6. E covidico nell'uso?
7. Covídico agg. e s.m./f in spagnolo
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico,
quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)
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