Oggi le donne possono accedere a tutte le professioni e a tutti i mestieri, un tempo riservati ai soli uomini, ma il nome indicante il mestiere è rimasto maschile anche per le donne. Abbiamo consultato tutti i vocabolari in nostro possesso (De Mauro, DOP, Devoto-Oli, Gabrielli, Palazzi, Olivetti [in rete], Sabatini Coletti, Treccani) alla "ricerca" del femminile di fabbro. Nessuno dei dizionari "esaminati" attesta la forma femminile. Eppure il femminile è... lapalissiano: fabbra. Tutti i sostantivi in "-o" hanno il femminile in "-a": sarto/sarta; cuoco/cuoca; fabbro... fabbra. Qualche linguista sobbalzerà sulla sedia? Dovrebbe sobbalzare anche per la ministra, la sindaca, la magistrata, l'architetta, la deputata, l'ingegnera. Diciamo e scriviamo, dunque, la fabbra senza tema di essere tacciati di analfabetismo. Anzi...
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Abbiamo spulciato altri due vocabolari, il Garzanti e lo Zingarelli. Il primo
mette a lemma, regolarmente, il femminile; il secondo dà il lemma al femminile
come raro. Insistiamo, quindi, nessun timore: la fabbra è
perfettamente in regola con la "legge grammaticale".
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