Alcune persone (anche gente di cultura e
linguisti) sostengono che il verbo dire, finendo in –ire,
appartenga /appartiene alla terza coniugazione, come finire, per
esempio.
Non è affatto vero. Dire si classifica fra i verbi della seconda coniugazione –
come temere – in quanto è la forma sincopata del latino di(ce)re.
Altre ancora ritengono che il predetto verbo è/sia correttamente adoperato solo
nel suo significato proprio di esprimere con la voce, quindi proferire.
E dove sta scritto?
Per il suo significato generico dire è usato – frequentemente e…
correttamente – al posto di altri più propri e determinanti come, per esempio, soggiungere,
rispondere e simili, ma non per questo è un uso errato. In uno scritto
sorvegliato non bisogna, però, abusarne e ove possibile va sostituito con verbi
che fanno alla bisogna. Come sempre pilucchiamo qua e là dai vari giornali e pubblicazioni.
In corsivo il verbo dire e in parentesi quello appropriato.
Molti sono i concorrenti, disse (annunciò) il direttore, e qui disse
(snocciolò) una serie di nomi; il giocatore ha avuto da dire (un
diverbio) con l’arbitro; l’imputato, interrogato dal giudice, si è detto
(dichiarato, protestato) innocente; amici cari, ora vi dirò
(spiattellerò) in faccia la verità; Mario ha detto (proposto) a Federico
di fare una gita al mare; ti dico (assicuro), mio caro, che le cose sono
andate come ti ho detto (raccontato); il candidato, se eletto, ha
detto (assicurato) che manterrà le promesse; credo che le cose siano andate
in questo modo, ma non lo posso dire (affermare) con certezza; Giuseppe
gli disse (confidò) in tutta segretezza ciò che aveva appreso.
"... il candidato, se eletto, ha detto (assicurato) che manterrà le promesse."
RispondiEliminaPer nulla superfluo (anzi molto importante) sottolineare che la frase avrebbe dovuto essere:
"... il candidato ha detto (assicurato) che, se eletto, manterrà le promesse."
V. Pepe