1. L'evento
politico
Come abbiamo
appreso da più fonti giornalistiche, il neo-ministro dell'Istruzione,
l'emiliano Patrizio Bianchi, ex rettore a Ferrara, economista con master alla
London School, alla domanda postagli dai giornalisti: «Quando ha saputo di
essere diventato ministro?», ha risposto «L’ho imparato ieri sera».
2. Giudizio
sulla semantica del verbo imparare
La risposta è
stata giudicata da più parti linguisticamente una «gaffe», uno «scivolone», in quanto il
ministro avrebbe dovuto dire piuttosto, in un italiano più comune, «L'ho saputo (o l'ho
appreso) ieri sera».
3. Un uso «colloquiale» e «regionale»
Prima di rispondere se tale uso possa essere
normativamente ritenuto «errato», va indicata la Regola (diatopica o regionale) alla base di tale significato,
peraltro esplicitata dallo stesso neo-ministro quando, interrogato dall’Ansa,
ha pertinentemente risposto: «Ho
commentato la mia nomina a ministro utilizzando un’espressione tipica emiliana».
E in effetti, come ampiamente confermato dai garanti
della lingua italiana, quali sono i dizionari, per es. dall'emiliano Zingarelli
2021, imparare è verbo «colloq.[uiale]» nell'accezione
di «venire a sapere» ed è
illustrato con l'es. «ho
imparato per caso che domani partirete»
In maniera complementare altri dizionari puntualizzano
che si tratta di voce «region.[ale]» . Così
il Sabatini Coletti 2007, che precisa ancor meglio l'accezione: «Venire a sapere qlco. per caso». E così il Devoto-Oli-Serianni-Trifone 2020: «region. centro merid.»,
definito «Venire a sapere» con
l'es. «l'ho
imparato solo stamani». E così il Treccani-Simone 2009: «region.», «Venire a sapere, avere notizia di qualche cosa». E così il De Mauro 2000: «RE[gionale]
centromerid., venire a sapere, apprendere».
En passant, osserviamo anche che un caro amico
e collega ha puntualizzato da un lato: «anch’io uso regolarmente “imparare” in
quel senso», dall'altro si è dimostrato indispettito nei riguardi degli
iper-puristi: «Non so chi sia che osi tacciare Bianchi di sgrammaticatura».
3.1. Un «dialett(al)ismo» semantico
L’uso regionale è anche – etimologicamente – un «dialett(al)ismo», come conferma il Vocabolario
romagnolo italiano di Adelmo Masotti (Zanichelli 1996), che registra imparêr
nella duplice accezione di (a) “imparare” e (b ) “apprendere, venire a
sapere”.
Va ancora detto
che tale uso regionale e colloquiale non è un uso tipico dell' «italiano
popolare» (anticipiamo,
normativamente «errato»), ma un uso di
parlanti colti, non solo come l'attuale neo-ministro Patrizio Bianchi, e risalente
almeno all'Ottocento.
Il Grande dizionario [storico] della lingua
italiana di S. Battaglia e G. Bàrberi Squarotti (vol. VII, 1972) riporta infatti
4 ess. letterari con tale accezione di Vincenzo Monti, Ugo Foscolo, Giosuè
Carducci e del bolognese Riccardo Bacchelli.
Riprendiamo qui
l'es. di Monti: «Imparo in questo
momento che sono arrivati ieri sera due straordinari a Le-Brune da Parigi».
E quello di Giosuè Carducci: «Da una corrispondenza padovana del
'Resto del Carlino' imparo che 'il
Corriere della Sera' a proposito del concorso all'insegnamento di letteratura
italiana nella Università di Padova mette in accusa me».
5. Uso colloquiale, regionale, e con pedigree letterario
Con tali
trascorsi definire errato l'uso semantico del neo-ministro, che non rientra
certamente (ripetiamo) nel cosiddetto «italiano popolare» proprio dei
semi(n)colti, non ha alcuna giustificazione.
Osserviamo
infine che la frase del neo-ministro è stata adoperata in uno scambio (diamesicamente)
orale e (diafasicamente) informale, al pari degli altri enunciati: «Ho
visto tanta bella gente. Speriamo che faremo tutti bene».
Una frase, quest'ultima (Speriamo che faremo tutti bene), che va benissimo sulla scorta di quanto si legge nella Grande Grammatica Italiana di Consultazione a cura di L. Renzi-G. Salvi (il Mulino 2001), nel capitolo su «La concordanza dei tempi» di Laura Vanelli, a proposito della «Posteriorità rispetto al tempo dell'enunciazione», per cui «si può trovare un futuro in dipendenza di un Tempo presente», es. Spero che tornerà presto (vol. II, § 3.3.1, pp.623-4).
Sommario
1. L'evento politico
2. Giudizio sulla semantica del verbo imparare
3. Un uso «colloquiale» e «regionale»
§ 3.1. Un «dialett(al)ismo» semantico
4. Un uso almeno otto- novecentesco (e
"carducciano")
5. Uso colloquiale,
regionale, e con pedigree letterario
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