Nei tempi andati viveva, in una lontana baronìa, Cartalunga, una giovinetta di nome Elisa. Costei aveva un amore sviscerato per la scrittura e ogni giorno inviava lettere ai giornali locali, condividendo le sue riflessioni, opinioni e storie.
Un giorno, il saggio della baronìa, l’anziano Maestro Paroliere, decise di organizzare una grande tavola rotonda per risolvere un problema che affliggeva Cartalunga: le voci e le considerazioni dei cittadini non venivano sempre ascoltate da chi di dovere, come usa dire.
"Abbiamo bisogno di qualcuno che rappresenti le idee e i sentimenti del nostro piccolo Stato," esordì l’anziano saggio. "Qualcuno che possa scrivere con passione e impegno, condividendo con il mondo le nostre storie e istanze."
Tutti gli astanti si guardarono intorno, chiedendosi chi potesse svolgere un compito così importante. Fu allora che qualcuno, da lontano, esclamò: "Ecco Elisa! Lei scrive lettere meravigliose ai giornali, esprimendo sempre ciò che sentiamo!"
Maestro Paroliere annuì e con un sorriso disse: "Da oggi, la cara Elisa sarà la nostra ‘epistolista’. La sua dedizione alla scrittura e la sua capacità di comunicare i nostri pensieri saranno la nostra voce nella baronìa e nel mondo."
Ma Elisa, perplessa e preoccupata, chiese: "Epistolista? Cosa significa, Maestro Paroliere?"
Il saggio sorrise e spiegò: "Hai ragione, Elisa carissima. Nel nostro lessico non abbiamo un termine specifico per designare colui/colei chi scrive sistematicamente lettere ai giornali. C'è un vuoto lessicale, una mancanza di un vocabolo che possa esprimere questa attività con precisione e dignità. Ed è per questo che oggi chiederemo alla nostra Accademia di mettere a lemma nel suo vocabolario il neologismo lessicale 'epistolista', per colmare questo vuoto."
E così, la giovane Elisa divenne l' "epistolista" di Cartalunga. Continuò a scrivere lettere, raccogliendo le storie dei suoi concittadini e diffondendo le loro esperienze nei giornali. Grazie al suo impegno e al nuovo lemma che definiva la sua attività, Cartalunga divenne famosa per la sua vivace e sincera comunicazione, e le parole di Elisa, l' "epistolista", furono lette e apprezzate da molti.
Il neologismo "epistolista", insomma, colmò un vuoto lessicale, dando una nuova voce e identità a coloro che dedicano la propria vita alla scrittura di lettere e alla diffusione delle idee attraverso i giornali.
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La lingua “biforcuta” della stampa
I paesi più indebitati del mondo: l'inaspettata posizione dell'Italia
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Tralasciando paesi (la cui grafia corretta è con l’iniziale maiuscola) ci piacerebbe che gli operatori dell’informazione ci dicessero l’ammontare dei debiti del mondo.
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