- Ciao Robertino, vieni qui. Oggi voglio parlarti di un termine antico, non più adoperato, che ho trovato, per caso, nel vocabolario Tommaseo-Bellini: 'soppottiere'. Sai cosa significa?
- No, non l'ho mai sentito prima. E forse non sono il solo a non saperlo. Cos'è?
- È un termine desueto, relegato nella soffitta della lingua, che significa 'presuntuoso', 'arrogante', ‘saccente’. È veramente curioso vedere come alcune parole, con l’andare del tempo, cadano in disuso e scompaiano dal nostro vocabolario corrente.
- Interessantissimo, papà! E da dove viene questo vocabolo?
- Riguardo alla provenienza ti rimando al dizionario etimologico di Ottorino Pianigiani, anche se non ritenuto fededegno da buona parte dei linguisti, se non da tutti. Tommaseo e Bellini hanno raccolto e documentato moltissime parole, comprese quelle meno usate, e 'soppottiere' è una di queste.
- Quindi soppottiere si riferiva a una persona che si comportava in modo presuntuoso, arrogante?
- Proprio così, figliolo. Immagina una persona che si ritiene superiore alle altre. Oggi un essere che si comporta come se avesse la cosi detta puzza sotto il naso lo chiameremmo 'presuntuoso' o 'arrogante', ma 'soppottiere' – mi sembra di capire – era un termine colorito usato nei tempi andati.
- Hai altri esempi, papà, di parole che non usiamo più?
- Certamente! Mi viene alla mente 'sollazzo', che una volta significava 'divertimento' o 'gioia', oggi è quasi scomparso dal linguaggio corrente.
- Il nostro idioma è davvero affascinante. Come possiamo riscoprire queste parole di stampo antico?
- Compulsando vecchi dizionari, opere letterarie e documenti storici. Alcuni vocaboli, inoltre, possono essere recuperati e riportati alla luce in contesti specifici, magari nella letteratura o nel teatro. Uno di questi potrebbe essere 'tolda', anche se non schiettamente di origine italica.
- Magnifico! È come scoprire un tesoro nascosto.
- Ricorda Robertino, ogni parola ha una storia a sé e scoprirla può arricchire il nostro linguaggio.
- Mi piacerebbe leggere qualche vecchio dizionario. Dove posso reperirlo?
- Puoi trovare i vecchi dizionari nelle biblioteche, oppure online in formato digitale. Molti di questi dizionari storici sono stati digitalizzati e sono accessibili gratuitamente. È un modo straordinario per esplorare la nostra lingua e vedere le sue trasformazioni.
- Che bello! Non vedo l'ora di scoprire altre parole perché, come hai detto, ogni parola ha una storia unica da raccontare.
- Esattamente. Non dimenticarlo mai. Chi sa, magari un giorno potrai usarle nei tuoi scritti e farle rinascere.
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La lingua “biforcuta” della stampa
Florin Raducioiu: “Le urla di Capello e le flebo misteriose prima della partita. Gli sfottò a Mai dire gol? Non segnavo perché avevo perso la testa per una fotomodella”
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Non ci stancheremo mai di ripetere che le “urla”, plurale di urlo, sono quelle degli esseri umani considerate insieme, collettivamente. Una singola persona emette gli urli. Correttamente, quindi, “gli urli di Capello”.
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)
Gent. Dott. Raso,
RispondiEliminale chiedo se ritiene accettabile una frase come la seguente, letta sul sito del Cai Cremona:
Un viaggio per ritrovare le/i bambine/i e le/i ragazze/i della scuola ecc.
Grazie dell’attenzione e del suo grande impegno in difesa della nostra martoriata lingua.
Otto
Assolutamente NO, cortese Otto
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