mercoledì 5 giugno 2024

Prestanome: quale plurale?

 


Riproponiamo un nostro vecchio intervento su un sostantivo il cui plurale è causa di discordia tra i lessicografi e mette in difficoltà gli operatori dell’informazione, ma non solo: prestanome.

Ancora un sostantivo sul cui plurale i vocabolaristi si accapigliano: prestanome. I vocabolari consultati sono, infatti, in "cordiale disaccordo" e non sono di aiuto. I prestanome o i prestanomi, dunque? Per alcuni dizionari il sostantivo in oggetto è invariabile (De Mauro, Devoto-Oli, Garzanti, Treccani, Sabatini Coletti); per il Gabrielli e per il vocabolario Olivetti si pluralizza normalmente; il Palazzi non specifica, quindi prende la regolare desinenza del plurale; lo Zingarelli e il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia, infine, "salomoneggiano" (invariato o plurale). Chi consulta i vocabolari resta, dunque, completamente "spiazzato": quale "scuola di pensiero" seguire? La risposta è quella "canonica": rispettare tassativamente la "legge grammaticale" pluralizzando il sostantivo. La norma stabilisce ─ come scritto altre volte ─ che i nomi composti di una voce verbale (prestare) e un sostantivo maschile singolare (nome) si pluralizzano regolarmente. Scriveremo (e diremo): Arturo è il prestanome di Giacomo; Sebastiano e Domenico sono i prestanomi dei fratelli Bamboccioni. Il sostantivo in oggetto resterà invariato nel plurale solo se riferito a un femminile: Giovanna è la prestanome; Sofia e Vittoria sono le prestanome. La forma plurale prestanomi, corretta "a tutti gli effetti di legge grammaticale", si trova in numerose pubblicazioni.


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La lingua “biforcuta” della stampa

Londra, gli studi legali dove un neo-avvocato guadagna più del primo ministro: stipendi fino a duecentomila sterline l'anno (ma ritmi massacranti)

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Correttamente: neoavvocato. I prefissi e i prefissoidi (neo-) si scrivono “attaccati” al termine che segue. Qualcuno scriverebbe neo-nato? Si veda qui.


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Le reliquie più miracolose del mondo si trovano nel nostro paese!

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Sì, lo confessiamo: non sapevamo che il mondo potesse fare dei miracoli e che l’Italia fosse un paese, non un Paese. Ringraziamo, di cuore, gli operatori dell’informazione.

 



(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)

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