Ci piacerebbe, anzi sarebbe il caso che l'Ordine Nazionale dei Medici Chirurghi "costringesse" - per il "bene dell'italico idioma" - i suoi iscritti a un uso corretto della lingua nell'intestazione dei ricettari, nelle targhe affisse nei portoni e nei biglietti di (sic!) visita. E ci spieghiamo. Si legge sempre, per esempio, "dott. Caio Sempronio, medico chirurgo specialista in cardiologia". Contrariamente a quanto sostengono alcuni 'linguisti d’assalto’ si è specialisti "di" qualcosa, non "in" qualcosa: specialista di arte antica; specialista di arti marziali; specialista di dermatologia ecc. La preposizione "in" è adoperata correttamente solo con l'aggettivo specializzato: medico specializzato in pediatria. Insomma, in buona lingua italiana, si è "specialista di qualcosa" e "specializzato in qualcosa". Occorre aggiungere, in proposito e per curiosità, che tanto "specialista" quanto "specializzato" quando videro la luce nella lingua di Dante furono avversati dai puristi perché ritenuti francesismi, ma con il tempo hanno ottenuto il pieno riconoscimento della "cittadinanza linguistica italiana". Il medesimo discorso per quanto attiene all’aggettivo esperto: non si è esperti in qualcosa, ma di qualcosa: esperto di storia antica.
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