Riproponiamo un nostro vecchio intervento sull'uso ambiguo del pronome "che", perché i giornali (e non solo)...
Vediamo, dunque, piluccando qua e là dalla stampa, come consuetudine, alcuni
pronomi che mal collocati. In corsivo i che errati e in
parentesi quelli messi al posto giusto.
Il generale che stimò di più Napoleone (che Napoleone stimò di
più) fu Massema; lo scopo che si prefigge l'inchiesta (che
l'inchiesta si prefigge) è di scoprire, naturalmente, il colpevole; dentro la
gabbia c'era il cagnolino che prediligeva il bimbo (che il
bimbo prediligeva): un barboncino bianco; i fiori che coltivano i
giardinieri (che i giardinieri coltivano) con maggiore cura sono le
rose e i garofani; la belva che aveva ucciso il cacciatore (che
il cacciatore aveva ucciso) era una magnifica tigre.
***
L'esclamazione (o
interiezione)
Due parole, due, sull'esclamazione, "figura linguistica" che esprime un moto improvviso dell'animo; è affatto indipendente e sostituisce una proposizione. Un esempio? "Ahimè, quanto soffro!"
Ci sono, dunque, interiezioni che
esprimono meraviglia, gioia, desiderio, sdegno, disapprovazione, allegria,
minaccia ecc. Vediamo le principali:
a) minaccia: guai!
b) dolore: ohi!
c) gioia: evviva!
d) meraviglia: perbacco!
e) desiderio: deh!
f) disapprovazione: auf!
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