Siamo rimasti "sorpresi" nell'apprendere che secondo i linguisti Valeria Della Valle e Giuseppe Patota il lemma "ispettore" nella forma femminile può rimanere invariato. Si può dire, insomma, stando ai glottologi su menzionati, tanto «l'ispettore Giovanna Giovannina» quanto «l'ispettrice Rita Ritina». Siamo rimasti sorpresi, dicevamo, perché nessun "sacro testo" consultato riporta la tesi dei due linguisti. Ma tant'è.
Questa "sorpresa" ci ha dato lo spunto per
trattare di una particolarità ─ che le comuni grammatiche scolastiche non riportano
─ del femminile dei sostantivi maschili in "-tore".
Secondo la norma
grammaticale, dunque, i nomi in "-tore" nella forma femminile mutano
il suffisso "-tore" in "-trice": conduttore/conduttrice; spettatore/spettatrice; attore/attrice; ispettore/ispettrice.
Se prima del suffisso "-tore" ─ ecco la particolarità ─ c'è una
consonante diversa dalla "t" i sostantivi in oggetto possono avere il
regolare femminile, cambiano, cioè, la "e" finale in
"a": gestore/gestora;
pastore/pastora. Il suffisso
"-tora", però ─ è importante ─ si può riferire esclusivamente a una persona.
Vediamo,
ora, alcuni femminili in "-tora", cosí come ci vengono alla mente: tintora, impostora, sartora, avventora,
tessitora, disertora, cucitora. Un'ultima notazione. Il femminile di
"cantore" (colui che canta in un coro) non è "cantrice" ─
come ci è capitato di sentire e di leggere ─ ma cantora (perché prima della "t" c'è, appunto, una consonante diversa).
Dottor Raso, che ne pensa del fatto che Treccani (e molti altri dizionari in rete) mettono a lemma cantrice?
RispondiEliminaCordiali saluti
Renato P.
Cortese Renato,
RispondiEliminami vengono i brividi...
Cordialità