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Due parole, due, sull'avverbio "invece", che si può scrivere in grafia analitica (in vece) e in grafia univerbata (invece), naturalmente non a caso. In grafia scissa quando l'avverbio in questione assume il significato di "in luogo di", "al posto di": alla cerimonia era presente l'assessore alla cultura in vece (al posto) del sindaco. In grafia univerbata se l'avverbio ha il significato di "al contrario", "all'opposto" e simili: sembrava un galantuomo, invece si è rivelato un mascalzone. Nell'uso corrente è spesso rafforzato dalle congiunzioni "ma" o "mentre": ha detto di essere uscito, mentre invece è rimasto tutto il giorno chiuso in casa. È un uso prettamente familiare che - in buona lingua italiana - è meglio evitare.
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Le nuove domande redatte dall'Accademia della Crusca: servono a farci "innamorare della nostra lingua"?
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