Finalmente il grande giorno era arrivato. Il rag. Servetti
non credeva ai suoi occhi (e ai suoi orecchi);
il commesso gli aveva appena consegnato una lettera - attesa da anni -
con la quale l'Azienda gli comunicava la tanto agognata promozione: poteva,
finalmente, mettere in atto le sue "attitudini al comando", per usare
un'espressione militare. Servetti non perse tempo, tirò fuori dal cassetto la
targhetta e i biglietti da/di visita - ingialliti dal tempo - con la dicitura
"Servetti rag. Pasquale - Capo del
Personale " e convocò presso di sé i suoi "subalterni" ex
colleghi. Questi entrarono senza bussare, come erano soliti fare da anni, ma
furono subito invitati a rientrare nei ranghi dal neocapo del personale, che li
apostrofò con tono autoritario: «Amici, vi comunico che l'Azienda, finalmente,
ha riconosciuto i miei meriti e la mia alta professionalità e mi ha promosso,
quindi, capo del personale in sostituzione del dott. Pomponio che - come sapete
- ha lasciato il servizio per raggiunti limiti di età. Da oggi, per tanto, non
si muove foglia che Servetti non voglia; il che significa - in soldoni - che
devo essere messo al corrente di tutto e qualunque richiesta deve avere la mia
personale approvazione. Mi riferisco, in particolare, al signor Donnino che ha
fatto, fino a ieri, il comodo suo. È tutto, potete andare». Tutti lasciarono la stanza tranne Donnino che
si avvicinò a Servetti e gli sussurrò in un orecchio: «Non hai ancora preso
"possesso" della tua carica è già stai sul quamquam». Il capo del personale non capí il senso della
battuta (ma forse non conosceva neanche il modo di dire) ma non chiese
chiarimenti al suo "dipendente": la sua "superiorità" non
glie lo permetteva. Ci pensiamo noi, caro rag. Servetti. "Stare sul
quamquam" significa assumere un'aria "da superiore", avere un
atteggiamento borioso; darsi, insomma, un'importanza eccessiva. Secondo il
linguista Ottorino Pianigiani il modo di dire è "maniera tolta dall'enfasi
con cui questa voce latina si pronuncia". Per il Dizionario Enciclopedico
Italiano, invece, la locuzione sarebbe dovuta al "frequente uso della parola nelle dispute
e trattazioni medievali". Al di là dalle varie interpretazioni
sull'origine dell'espressione, ci sia consentita una considerazione di
carattere personale. Troppe aziende pubbliche e private sono piene di "quamquamquini" messi lí per
accontentare un personaggio politico o un determinato sindacato; i quali "quamquamquini"
, alla prova dei fatti, si rivelano degli incompetenti e degli analfabeti.
Questi "squallidi" individui dovrebbero essere puniti - assieme ai loro "mecenati" - per
millantato credito.
***
I prefissi "porta-" e "posa-"
Si presti attenzione all'uso corretto dei prefissi su
menzionati. Il primo si adopera per designare oggetti fatti per portare (o
contenere) a lungo ciò che esprime il nome (portaritratti);
il secondo per indicare oggetti su cui si posa temporaneamente qualcosa (posaferro[da stiro], posacenere). Il portaritratti resta, non si getta; la
cenere si getta e il ferro si toglie dal... posaferro. Alcuni vocabolari
però... A supporto della nostra tesi
provate a dire posaritratti in luogo di portaritratti...
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