Buongiorno, prof. Raso!
Seguo con interesse il suo blog.
Ho un dubbio concernente il verbo "sfrondare".
Mi potrebbe rassicurare sulla bivalenza sintattica del verbo in questione e sul costrutto?
Sfrondare il ramo delle foglie o sfrondare il ramo dalle foglie(2)?
La seconda opzione a me sembra errata; ammesso che il verbo si coniughi al passivo, non è ipotizzabile un agente più che una causa efficiente?
Il ramo fu sfrondato delle foglie da Mario.
Infine delle foglie non è complemento di privazione?
Grazie.
Agostino
(località non precisata)
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Gentile Agostino, sí, il verbo "sfrondare" ha una bivalenza sintattica avendo due attanti (soggetto e complemento) e si costruisce con la preposizione "di" (semplice o articolata). Il verbo significa, infatti, "privare", e ci si priva "di" qualcosa, non "da" qualcosa. La seconda opzione, quindi, come giustamente osserva, non è corretta anche se si può trovare nell'uso corrente. Quanto a "delle foglie" è un complemento di privazione. Sfrondare, infine, si può adoperare come intransitivo pronominale (la pianta comincia a sfrondarsi). Essendo transitivo, inoltre, si può usare anche nella forma riflessiva (a mio avviso, però, impropriamente) e passiva, e colui che "sfronda" è, per l'appunto, un complemento di agente. Si può avere, però, anche un complemento di causa efficiente: l'albero è stato sfrondato dal vento.
Seguo con interesse il suo blog.
Ho un dubbio concernente il verbo "sfrondare".
Mi potrebbe rassicurare sulla bivalenza sintattica del verbo in questione e sul costrutto?
Sfrondare il ramo delle foglie o sfrondare il ramo dalle foglie(2)?
La seconda opzione a me sembra errata; ammesso che il verbo si coniughi al passivo, non è ipotizzabile un agente più che una causa efficiente?
Il ramo fu sfrondato delle foglie da Mario.
Infine delle foglie non è complemento di privazione?
Grazie.
Agostino
(località non precisata)
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Gentile Agostino, sí, il verbo "sfrondare" ha una bivalenza sintattica avendo due attanti (soggetto e complemento) e si costruisce con la preposizione "di" (semplice o articolata). Il verbo significa, infatti, "privare", e ci si priva "di" qualcosa, non "da" qualcosa. La seconda opzione, quindi, come giustamente osserva, non è corretta anche se si può trovare nell'uso corrente. Quanto a "delle foglie" è un complemento di privazione. Sfrondare, infine, si può adoperare come intransitivo pronominale (la pianta comincia a sfrondarsi). Essendo transitivo, inoltre, si può usare anche nella forma riflessiva (a mio avviso, però, impropriamente) e passiva, e colui che "sfronda" è, per l'appunto, un complemento di agente. Si può avere, però, anche un complemento di causa efficiente: l'albero è stato sfrondato dal vento.
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Coloro che si imbattono per la prima volta nel termine linguistico "attante" possono cliccare su questo collegamento: http://it.wikipedia.org/wiki/Attante
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Dallo “Scioglilingua” del Corriere della Sera in rete:
avere dei grilli per la testa
Come il famoso Renzo dei Promessi Sposi, anche io ho, talvolta, dei grilli per la testa , ovvero fantasie, quasi sempre irrealizzabili.
Gradirei, però, sapere perché si dice così.
(Firma)
Risposta dell’esperto:
De Rienzo Mercoledì, 06 Ottobre 2010
La parola al Forum.
----------------------------
Navigando in Rete abbiamo trovato questo intervento.
Avere i grilli per la testa significa avere idee stravaganti..
Il detto "avere dei grilli per la testa" ha una base reale: infatti, all'interno delle cellule del cervello ci sono moltissimi "geni grillo", ovvero sequenze di Dna che saltano da un punto all'altro del genoma, modificandolo. In pratica, grazie a questi salti casuali risulta che il Dna di ogni singolo neurone del cervello può essere diverso dal Dna degli altri neuroni e questo rende complessità e unicità del nostro cervello ancora maggiori. Quindi il genoma del cervello è estremamente variabile. I geni grillo sono elementi mobili del genoma che, con una sorta di meccanismo di "copia e incolla", si riproducono da un punto all'altro del Dna in modo casuale. Nel nostro Dna, di solito, di questi 'salti' se ne verificano pochi, ed è questo che conferisce al Dna umano maggiore stabilità. Eppure, il team californiano diretto da Fred Gage ha esaminato il Dna di molti organi umani tra cui il cervello e visto che in quest'ultimo i geni grillo sono presenti in numero 100 superiore, segno che si copiano e incollano, cioè che saltano, molto più spesso. Questi continui salti dei geni grillo modificano il Dna di un neurone rendendolo leggermente differente dagli altri "dando unicità genetica a ogni cellula del nostro cervello e quindi spiegando perché ogni cervello è unico, irripetibile e diverso da tutti gli altri".
Dallo “Scioglilingua” del Corriere della Sera in rete:
avere dei grilli per la testa
Come il famoso Renzo dei Promessi Sposi, anche io ho, talvolta, dei grilli per la testa , ovvero fantasie, quasi sempre irrealizzabili.
Gradirei, però, sapere perché si dice così.
(Firma)
Risposta dell’esperto:
De Rienzo Mercoledì, 06 Ottobre 2010
La parola al Forum.
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Navigando in Rete abbiamo trovato questo intervento.
Avere i grilli per la testa significa avere idee stravaganti..
Il detto "avere dei grilli per la testa" ha una base reale: infatti, all'interno delle cellule del cervello ci sono moltissimi "geni grillo", ovvero sequenze di Dna che saltano da un punto all'altro del genoma, modificandolo. In pratica, grazie a questi salti casuali risulta che il Dna di ogni singolo neurone del cervello può essere diverso dal Dna degli altri neuroni e questo rende complessità e unicità del nostro cervello ancora maggiori. Quindi il genoma del cervello è estremamente variabile. I geni grillo sono elementi mobili del genoma che, con una sorta di meccanismo di "copia e incolla", si riproducono da un punto all'altro del Dna in modo casuale. Nel nostro Dna, di solito, di questi 'salti' se ne verificano pochi, ed è questo che conferisce al Dna umano maggiore stabilità. Eppure, il team californiano diretto da Fred Gage ha esaminato il Dna di molti organi umani tra cui il cervello e visto che in quest'ultimo i geni grillo sono presenti in numero 100 superiore, segno che si copiano e incollano, cioè che saltano, molto più spesso. Questi continui salti dei geni grillo modificano il Dna di un neurone rendendolo leggermente differente dagli altri "dando unicità genetica a ogni cellula del nostro cervello e quindi spiegando perché ogni cervello è unico, irripetibile e diverso da tutti gli altri".
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