Portafinestra, invece, nel plurale muta le desinenze di entrambi i sostantivi: la portafinestra / le portefinestre. E in questo caso concordano tutti i vocabolari che abbiamo consultato. Ma come mai questo plurale irregolare?
Proviamo a dare una spiegazione strettamente personale, con la speranza di non ricevere gli strali dei linguisti "doc" e di quelli "d'assalto" (i gramuffastronzoli). Il plurale "regolare" portafinestre farebbe pensare che il sostantivo in oggetto è/sia composto con il verbo "portare" e il nome femminile singolare porta (prendi le portafinestre, ossia quell'aggeggio che "porta le finestre"). Cosí non è, appunto. Portafinestre, comunque, si trova in alcune pubblicazioni.
Sempre a nostro avviso il plurale potrebbe essere, in grafia analitica, porte finestra, considerando il sostantivo un nome accoppiato, tipo "asilo nido", "busta paga" ecc., il cui plurale si forma modificando solo il primo sostantivo: asilo nido / asili nido; busta paga / buste paga; porta finestra / porte finestra.
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Non sarebbe il caso che i responsabili del sito
"Sapere-Virgilio.it" controllassero ciò che scrivono prima di
metterlo in Rete? Guardate che strafalcioni: Proverbi • Quando la fame entra dalla porta, lamore
esce dalla finestra: lidealità si scontra con la realtà. Si trovano qui.
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La lingua "biforcuta" della stampa
Fiamme in un capannone, crolla il tetto
Nel pistoiese; i vigili del fuoco ancora al lavoro per domare il rogo
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Correttamente: Pistoiese (con la "P" maiuscola). I nomi che indicano aree geografiche si scrivono con le iniziali maiuscole. Treccani: pistoiése agg. e s. m. e f. – Della città di Pistoia, capoluogo di provincia della Toscana: il territorio p.; l’Appennino p.; il dialetto p. (o, come s. m., il pistoiese), il dialetto toscano parlato a Pistoia; abitante, originario o nativo di Pistoia; come s. m., e per lo più con iniziale maiuscola, il Pistoiese, il territorio della provincia di Pistoia.
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Scorie nucleari, a Rotondella rimosso un monolite di 130 tonnellate: "Estrazione senza precedenti"
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di 79 anni travolta in via Monti Tiburtini
L'automobilista si è fermato a prestare soccorso
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Dov'è l'orrore? Lo sa anche un fanciullo di terza elementare.
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18 miliardi. Il tesoro investito dai boss degli affari: “Nessuna regione immune alle mafie”
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La lingua "biforcuta" della stampa
Fiamme in un capannone, crolla il tetto
Nel pistoiese; i vigili del fuoco ancora al lavoro per domare il rogo
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Correttamente: Pistoiese (con la "P" maiuscola). I nomi che indicano aree geografiche si scrivono con le iniziali maiuscole. Treccani: pistoiése agg. e s. m. e f. – Della città di Pistoia, capoluogo di provincia della Toscana: il territorio p.; l’Appennino p.; il dialetto p. (o, come s. m., il pistoiese), il dialetto toscano parlato a Pistoia; abitante, originario o nativo di Pistoia; come s. m., e per lo più con iniziale maiuscola, il Pistoiese, il territorio della provincia di Pistoia.
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Scorie nucleari, a Rotondella rimosso un monolite di 130 tonnellate: "Estrazione senza precedenti"
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In buona lingua italiana: monolito (con pronuncia sdrucciola: monòlito). Qui.
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Gesù è gay in 'La prima tentazione di Cristo', su Netflix.
'Avvenire': "Irride il Vangelo"
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Correttamente: irride al Vangelo.
Irridere - verbo transitivo e intransitivo. È transitivo quando sta per deridere, schernire e si costruisce con il complemento oggetto: lo irrisero tutti; è intransitivo, invece, quando si usa con il significato di mostrare disprezzo e simili: irrisero alla sua bontà.
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Ancora un'investimento mortale, donna -------
Correttamente: irride al Vangelo.
Irridere - verbo transitivo e intransitivo. È transitivo quando sta per deridere, schernire e si costruisce con il complemento oggetto: lo irrisero tutti; è intransitivo, invece, quando si usa con il significato di mostrare disprezzo e simili: irrisero alla sua bontà.
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di 79 anni travolta in via Monti Tiburtini
L'automobilista si è fermato a prestare soccorso
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Dov'è l'orrore? Lo sa anche un fanciullo di terza elementare.
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18 miliardi. Il tesoro investito dai boss degli affari: “Nessuna regione immune alle mafie”
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Correttamente: dalle.
Treccani: immune agg. [dal
lat. immunis, comp. di in-2 e munus «obbligo, servizio, imposta, ecc.»]. – 1. Che non è soggetto a determinati obblighi o servizî, o
che gode di particolari privilegi, o non è sottoposto a una giurisdizione, a
un’autorità e sim. 2. Per estens., esente, libero: essere i. da difetti, da certi pregiudizî (anche in senso iron. o scherz.: sono i. da codeste velleità!); essere, rendersi i., refrattario nei confronti di una malattia
infettiva , dell’azione di
una tossina o di determinate sostanze chimiche (v. immunità).
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Un tentativo che non riuscirà per colpire il Foglio e cercare di chiuderlo
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Correttamente: a colpire. Si veda qui, al punto 6.
Un tentativo che non riuscirà per colpire il Foglio e cercare di chiuderlo
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Correttamente: a colpire. Si veda qui, al punto 6.
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