domenica 20 maggio 2018

La congiunzione "ma" e la virgola


Alcuni insegnanti - e, quindi, alcune grammatiche - ritengono errato cominciare un periodo con la congiunzione "ma" perché - sostengono - essendo un'avversativa - si può adoperare solo tra due frasi o due elementi che indicano contrasto come, per esempio, "lo comprendo ma non lo approvo". E quale legge grammaticale lo proibisce? Si può benissimo - ed è formalmente corretto - cominciare un periodo o una frase con il "ma" in quanto detta congiunzione indica la conclusione o l'interruzione di un discorso, di un periodo, per passare a un altro. E come liquidiamo la questione della virgola dopo la congiunzione su detta? Ci spieghiamo. I "soliti" grammatici ritengono errato l'uso della virgola dopo la predetta congiunzione avversativa. Anche in questo caso non c'è alcuna norma grammaticale che vieta tale uso. Ci corre l'obbligo di far notare a questi "soloni della lingua" che se la congiunzione avversativa "ma" precede una frase parentetica la virgola non solo è corretta, ma è... d'obbligo: avrei voluto telefonarti ma, visti i precedenti, non ho avuto il coraggio. Nell'esempio riportato, l'espressione "visti i precedenti" è una frase parentetica, la virgola dopo il "ma" è, per tanto, obbligatoria. Dunque, cari amici, quando avete dei dubbi orto-sintattico-grammaticali non consultate testi di lingua redatti da illustri sconosciuti, sodali di editori compiacenti: troppo spesso questi "sacri testi" sono l'esempio della contraddizione, oltre a contenere delle "mostruosità linguistiche". Sarebbe auspicabile che tutte le pubblicazioni inerenti alla lingua fossero sottoposte al vaglio dell'Accademia della Crusca (prima di essere date alle stampe): in questo modo si raggiungerebbe quella "uniformità linguistica" tante volte invocata dal compianto professor Giovanni Nencioni, presidente della stessa Accademia dal 1972 al 2000. I testi, seppure scritti con stile personale, conterrebbero le medesime regole e i "fruitori" non avrebbero possibilità di errore.

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