venerdì 26 gennaio 2018

Sgroi - Occhio alla grammatica profonda del Ministro! Atto secondo

di Salvatore Claudio Sgroi *



1. La frase "fatale" in bocca al Ministro

La frase del ministro Valeria Fedeli, a capo del MIUR, pronunciata il 20 dicembre 2017 ‒ «[...] perché offrano percorsi e assistenza SEMPRE [enfatizzato] || più migliori a studenti e studentesse» ‒, ha attirato l'attenzione dei lettori e sollecitato risposte da più parti sia di giornalisti (per. es. Adriano Sofri sul Foglio del 21 dicembre 2017), sia di studiosi-universitari (Stefano Bartezzaghi 22 dicembre su Twitter in risposta a Mattia Feltri, giornalista ed ex docente di semiotica, e in HUFFPOST; Massimo Arcangeli nel FattoQuotidiano.it / BLOG di Giocabolario del 27 dicembre; Francesco Sabatini a Uno mattina in famiglia 31 dicembre) e ora da ultimo la risposta di Paolo d'Achille al servizio di consulenza della Crusca del 5 gennaio 2018. Il problema sollevato dalla frase è duplice: da una parte riguarda l'analisi linguistica al livello morfosintattico e di pronuncia (comparativo di maggioranza, di stampo popolare?), dall'altra il giudizio normativo (frase corretta o no?). Quanto al giudizio di correttezza, sia Sofri che Bartezzaghi hanno dichiarato che «non è un errore», non così invece M. Arcangeli («uno svarione»; «Ammetta [la ministra] il suo errore, non le costa niente») né Francesco Sabatini (solo "una svista"). Dopo la nostra analisi Occhio alla grammatica profonda del Ministro, del 24 dicembre 2017, ritorniamo sul tema per analizzare la risposta della Crusca («Cerchiamo di essere sempre più... obiettivi!») del 5 gennaio, con analisi grammaticale e giudizio diversi dal nostro (poco importa), ma che ci sembrano invero contraddittori nelle argomentazioni e dell'analisi e del giudizio. Avanziamo nel contempo una nuova Analisi prosodica (§ 4) della frase.

2. Un comparativo analitico erroneo

Per la Crusca si tratta innanzi tutto di «errore [...] innegabile», ovvero di «improprietà linguistica  [...] innegabile», di «inaccettabilità del costrutto», di «costrutto [...] erroneo», meritevole di «censura grammaticale», dinanzi al quale ‒ conclude drammaticamente D'Achille ‒ è «soprattutto la scuola che, in circostanze del genere, si sente ferita».

2.1. «Più migliore» non rientrerebbe nell'«italiano popolare e dei testi semicolti»

Tale errore tuttavia ‒ a giudizio dello stesso D'Achille ‒ «non va però inserito nella tipologia dei comparativi organici preceduti da più propria dell’italiano popolare e dei testi semicolti». Questa classificazione è decisamente insolita. Trattandosi, come pure si sostiene, di «comparativ[o] organic[o] precedut[o] da più», si tratta indubbiamente di un uso tipico dell'italiano popolare. E ciò col conforto anche della rinomata Enciclopedia dell'italiano della Treccani 2011 dove il «più migliore» è correttamente citato tra gli ess. della morfologia dell'«Italiano popolare» (p. 725). E quindi si può giustificare ‒ non per D'Achille però ‒ che si sia «grida[to] allo scandalo», trattandosi di una frase in bocca al Ministro della P.I.

2.2. Documentazione «saltuaria», «marginale», «non letteraria»

In realtà, il «SEMPRE // più migliori» del Ministro (si noti la presenza del «sempre») non è un comparativo pacificamente popolareggiante. Un dubbio dev'essere venuto allo stesso D'Achille stando alla esemplificazione sette-otto-novecentesca ‒ 5 esempi ‒, da lui meritoriamente fornita, ma svalutata («documentata saltuariamente e marginalmente, in testi di scarso impegno qualitativo»), e anche perché «assente dalla tradizione letteraria alla base della norma». Per D'Achille la frase del Ministro sarebbe alla fine il risultato di un «incompleto intervento correttorio su un testo precedente». Sinceramente, non saprei dire quale percorso ideativo abbia seguito chi ha scritto la "vituperata" frase. Alla fine, c'è un risultato finale che va analizzato così com'è, e valutato.

2.3. Il "Sempre più[,] migliori" esempio corretto solo perché non è un comparativo popolare

Per D'Achille «non bisogna neppure arrampicarsi sugli specchi per considerare la frase corretta a tutti i costi (come hanno fatto altri)». Chi ha giudicato corretta la frase (gli autori su menzionati e io nell'intervento del 24 dic.), lo ha fatto perché non l'ha analizzata come es. di comp. di maggioranza.

3. Analisi sintattica delle due possibili letture

Provo ora a sintetizzare il percorso seguito nella mia analisi linguistica.

3.1. Lettura del Ministro

Questa la frase scritta del Ministro: (1) «[...] perché offrano percorsi e assistenza sempre più migliori a studenti e studentesse», che è stata letta (sentendola in bocca al Ministro) con il «SEMPRE» enfatizzato, focalizzato e raggruppando «più migliori», con una pausa di stacco da «sempre», ovvero: (1.a) «[...] perché offrano percorsi e assistenza SEMPRE // più migliori / a studenti e studentesse», creando così un comparativo di maggioranza analitico (sintagma aggettivale «più migliori») di tipo popolare, e quindi normativamente errato. Nella frase (1.a) il «più» si riferisce a «migliori» rafforzandone con ridondanza il significato, dipende da «migliori» (che è "la testa"), con cui forma, come detto, un "sintagma aggettivale" («più Migliori» tipico dell'italiano popolare).

3.2. Lettura alternativa della frase del Ministro

Ma la stessa frase (1) poteva essere lettera con diversa pausa(zione), inequivoca se ci fossero state due virgole, ovvero: (1.b) «[...] perché offrano percorsi e assistenza, /sempre più/, migliori a studenti e studentesse», creando così un "sintagma avverbiale" («sempre più»), per nulla popolare, e quindi normativamente corretto. Nella frase (1.b) il «più» si riferisce a «sempre», rafforzandolo semanticamente, dipende da «sempre» (che è "la testa"), con cui forma, come detto, un "sintagma avverbiale" («Sempre più») per nulla popolareggiante. E a questo punto non è neppure necessario riferire il sintagma avverbiale «sempre più» al verbo reggente («offrano»): (1.c) «[...] perché offrano sempre più percorsi e assistenza migliori a studenti e studentesse», come pure io avevo suggerito.

3.3. La variante "Sempre di più migliori"

L'analisi di cui sopra risulta ancora più chiara se al posto dell'avv. «più», si inserisce il gruppo "Di più" (sintagma preposizionale): (2) "[...] perché offrano percorsi e assistenza sempre di più / migliori a studenti e studentesse”. A questo punto, l'ombra o la minaccia dell'italiano popolare scompare del tutto. Il gruppo "Sempre di più" forma un sintagma avverbiale con "sempre" che ne è la "testa" che regge "di più" (sintagma preposizionale). Il "Sempre di più" dipende a sua volta da "percorsi e assistenza" (che formano un Sintagma nominale). D'Achille cita peraltro un es. a fagiolo del 1784 ried. 1816 con "di più", sottovalutato: «sarò in istato di darle sempre di più migliori nuove».

4. Analisi prosodica del segmento /sempre più migliori/

A questo punto, rispetto alla nostra precedente analisi, possiamo analizzare più attentamente la frase incriminata, sotto il profilo prosodico. Il ritmo dell'italiano, determinato dall'alternanza di sillabe atone e sillabe toniche, è prevalentemente di tipo piano, cioè con "piedi" bisillabi (es. bène), a volte sdrucciolo con piedi cioè trisillabi (es. fàcile).

4.1. Lettura piana con tre "piedi"

Nel leggere la sequenza «sèmpre più migliòri» il Ministro ha seguito (inconsciamente) la Regola fonologica del ritmo "piano", ovvero, con tre "piedi" bisillabi piani: 1) /1SÈMPRE//,  /2ppiù-mmi/3gliòri/, collegando quindi "più" a "migliori", con raddoppiamento fonosintattico. Ma tale combinazione ("più migliori") sul piano morfologico rientra nell'italiano popolare, ed è normativamente errata. La "Regola prosodica" ha così avuto il sopravvento sulla "Regola morfologica" dell'italiano canonico (comparativo organico sintetico "migliore" e non già comparativo analitico "più migliore").

4.2. Lettura "degenerata" con quattro "piedi"

Una diversa lettura che teneva conto della Regola morfologica canonica avrebbe dovuto staccare "più" da "migliori", e realizzarsi senza raddoppiamento fonosintattico come: 2) /1sèmpre/2ppiù//, /3mi/4gliòri/. Ma in tal modo il ritmo prosodico sarebbe cambiato, non più di 3 piedi bisillabi, ma di 4 piedi, di cui due bisillabi, e due monosillabi "degenerati" (/2ppiù/ e /3mi-/. Volendo mettere a confronto i due ritmi, con cesure diverse: 1) /1SÈMPRE//, /2ppiù-mmi/3gliòri/ --  2) /1sèmpre/ 2ppiù//, /3mi/4gliòri/. La Regola morfologica ha quindi avuto la peggio rispetto alla Regola del ritmo piano nella realizzazione fonica del Ministro.

4.3. Enfasi fonologica (di «SEMPRE») e morfosintattica (di «più migliori»)

Va anche detto che il Ministro nella sua lettura piana (con 3 piedi) ha enfatizzato, fonologicamente l'avv. SEMPRE staccato e morfo-sintatticamente (ma in italiano popolare), l'agg. «più migliori»: 1) /1SÈMPRE//, /2ppiù-mmi/3gliòri/. La lettura "degenerata" (con 4 piedi) avrebbe invece comportato un'enfasi sintattica dell'avv. "sempre più" e non dell'agg. "migliori": 2) /1sèmpre/ 2ppiù//, /3mi/4gliòri/.



4.4. Lettura implicita del redattore con ritmo asimmetrico

È anche ragionevole ritenere che il testo nelle intenzioni di chi lo ha redatto, nell'insieme non certamente caratterizzabile come italiano popolare, sottintendeva la lettura con ritmo asimmetrico (con due piedi "degenerati") che avrebbe privilegiato la Regola morfologica del comparativo canonico.

4.5. Costrutto emendato ("sempre migliori")

D'altra parte la eliminazione (puristica?) del "più" con lettura "degenerata" (con 3 "piedi"): 3) /1SÈMPRE//, /2mi/3gliòri/, o anche con lettura simmetrica (in 2 "piedi" sdrucciolo e piano): 3.a) /1sèmpre /mi/2gliòri/, avrebbe anche significato un depotenziamento del «sempre più» pur voluto dallo scrivente.



5. Visualizzazione dei rapporti di dipendenza

Possiamo infine visualizzare la diversità dei rapporti sintattici della frase secondo le due diverse pronunce e i due diversi ritmi, ricorrendo a delle "scatole".

Scatola n. 1 (grammatica canonica): "Sintagma avverbiale [sempre più] + compar. organico canonico [migliori]":





Scatola n. 2 (grammatica popolare): "Avverbio [sempre] + sintagma aggettivale popolare [più migliori]":





6. Valutazione finale

Concludendo, il Ministro parlando ha realizzato con un ritmo simmetrico un comparativo popolare, errato normativamente, potenziando nel contempo fonologicamente il valore semantico del «SEMPRE», ma il testo scritto non era affatto di stampo popolare e mirava anzi a una implicita lettura con ritmo a-simmetrico ed enfasi dell'avv. «sempre più», normativamente corretta.

7. Sommario

La lettura dei titoli dei paragrafi in sequenza potrà alla fine fungere da 'riassunto' della "grammatica del parlato e dello scritto" relativamente a questo caso:
1. La frase "fatale" in bocca al Ministro
2. Un comparativo analitico erroneo
2.1. «Più migliore» non rientrerebbe nell'«italiano popolare e dei testi semicolti»
2.2. Documentazione «saltuaria», «marginale», «non letteraria»
2.3. Il "Sempre più[,] migliori" esempio corretto solo perché non è un comparativo popolare
3. Analisi sintattica delle due possibili letture
3.1. Lettura del Ministro
3.2. Lettura alternativa della frase del Ministro
3.3. La variante "Sempre di più migliori"
4. Analisi prosodica del segmento /sempre più migliori/
4.1. Lettura piana con tre "piedi"
4.2. Lettura "degenerata" con quattro "piedi"
4.3. Enfasi fonologica (di «SEMPRE») e morfosintattica (di «più migliori»)
4.4. Lettura implicita del redattore con ritmo asimmetrico
4.5. Costrutto emendato ("sempre migliori")
5. Visualizzazione dei rapporti di dipendenza
6. Valutazione finale


* Docente di linguistica generale presso l'Università di Catania.

Tra i suoi ultimi libri Il linguaggio di papa Francesco (Libreria editrice Vaticana 2016), Maestri della linguistica otto-novecentesca (Edizioni dell’Orso 2017), Maestri della linguistica italiana (Edizioni dell’Orso 2017).




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