giovedì 21 dicembre 2017

Prestanome e ficcanaso

Non vorremmo rovinare le festività a qualche linguista (o lessicografo) se, per caso, dovesse imbattersi in questo sito. Ci piacerebbe conoscere il motivo per cui tutti i vocabolari in nostro possesso e quelli in rete (tranne il Gabrielli e il dizionario Olivetti) attestano il sostantivo “prestanome” come invariabile; mentre per il sostantivo “ficcanaso” si dividono: alcuni sostengono l’invariabilità, altri ammettono la variabilità, altri ancora sono su posizioni salomoniche (variabile o invariabile). Entrambi i sostantivi sono composti con una voce verbale e un nome maschile singolare (prestanome, da prestare e nome; ficcanaso, da ficcare e naso) e una legge grammaticale stabilisce che i sostantivi cosí composti restano invariati solo se si riferiscono a un femminile: Giovanna e Maria sono le prestanome; Paolo e Luigi sono i prestanomi. Lo stesso per ficcanaso: quei ragazzi sono proprio ficcanasi; non sopporto quelle fanciulle perché sono delle ficcanaso. Ci piacerebbe sapere, appunto, per quale oscuro motivo i vocabolari disattendono questa legge grammaticale. Noi, nonostante tutti gli sforzi, non ci arriviamo. Ma si sa, la nostra mente è limitata.

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Senza parole e senza commento... (non occorre)


Ancora una gaffe (grammaticale) per la ministra Fedeli: "Sempre più migliori"


Durante un discorso pronunciato sabato 16 dicembre agli Stati Generali dell'Alternanza scuola-lavoro la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli è incappata in un errore grammaticale utilizzando la forma sbagliata "sempre più migliori". Non è la prima volta che Fedeli inciampa sulla lingua italiana. In molti hanno sottolineato gli strafalcioni del capo del Miur e il suo 'dubbio' curriculum formativo, secondo questi, inappropriato a ricoprire la sua carica.
(da Repubblica.it)

Qui gli strafalcioni della capa* (sic!) del Ministero della Pubblica Istruzione.
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* Nota d'uso di "Sapere.it" (Garzanti): Il femminile regolare di capo, nel significato di persona che esercita un comando o dirige un’impresa, è capa, e così si può chiamare una donna che svolge tale funzione; tuttavia, poiché questa forma ha spesso un uso scherzoso, molti preferiscono chiamare anche una donna capo, al maschile. Si tratta di una scelta, però, che può creare nel discorso qualche problema per le concordanze.


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