sabato 23 dicembre 2017

Natale, Capodanno, Epifania


Due parole sulle prossime festività.

Si avvicinano le feste piú belle e significative dell'anno: il Natale, il Capodanno e l'Epifania. Nel formulare i piú sentiti auguri ai nostri gentili lettori, vogliamo ricordarne le loro peculiarità. Il Natale - come si sa - celebra la nascita di Gesú e simboleggia la rinascita e il risveglio spirituale di tutto il popolo credente; cade il 25 dicembre per la maggior parte delle chiese cristiane occidentali. La festività è legata ai simboli del presepio, dell'albero di Natale, di Babbo Natale e del calendario dell'Avvento. Il presepio rappresenta la rievocazione della nascita del Redentore. Vi compaiono tutti i luoghi e i personaggi della tradizione: la grotta, la mangiatoia, Giuseppe, Maria, il Bambino, il bue, l'asinello i pastori e gli angeli. La piú antica raffigurazione pittorica del presepio si trova nelle catacombe di Priscilla, a Roma, datata III secolo. La realizzazione tridimensionale, invece, è stata ideata da S. Francesco d'Assisi, a Greccio, in provincia di Rieti, nel 1223. Dopo questa data cominciarono a realizzarsi presepi composti da statuine. Il piú antico è quello allestito nella basilica di S. M. Maggiore a Roma, di Arnolfo Di Cambio, del 1289. Il piú noto, invece, è quello della basilica di S.M. in Aracoeli, dove si venera uno speciale bambinello del XV secolo, davanti al quale i bambini romani erano soliti recitare le loro poesie natalizie. Purtroppo nel 1982 il bambinello è stato rubato e sostituito, quindi, con una copia. 

Il classico albero di Natale è un abete che viene addobbato con luci, palline colorate e piccoli oggetti, ci arriva dal mondo tedesco e risale al XVI secolo. Babbo Natale proviene, invece, dalla figura storica di S. Nicola di Bari, divenuto in seguito un personaggio mitico e si è diffuso negli Stati Uniti. Ha le sembianze di un anziano, con occhiali, barba lunga e bianca e indossa un abito rosso; reca una gerla sulle spalle colma di doni che recapita, attraverso il camino, ai bambini che - secondo la tradizione - gli hanno manifestato i loro desideri inviandogli lettere nella sua casa in Lapponia. Le sembianze di Babbo Natale sono attribuite allo scrittore americano  Clement Clarke Moore. Il calendario dell'Avvento comincia a diffondersi nel 1920 in Germania: all'inizio è fatto di cartone, ora anche di altro materiale; è formato da 24 finestre contenenti 24 cioccolatini, vengono aperte ogni giorno, dal I dicembre fino al Natale. Rappresenta l'attesa, avvento, infatti, viene dal latino "adventus" (attesa) ed è il tempo liturgico di preparazione al Natale.


Il Capodanno è il primo giorno dell'anno nuovo: si festeggia con "botti" e fuochi d'artificio salutando, cosí, l'anno vecchio che se ne va e il nuovo che arriva. Sotto il profilo introspettivo per ognuno di noi è un'occasione per fare buoni propositi e correggere gli errori commessi durante l'anno trascorso augurandoci nel contempo un anno migliore. Tra i rituali apotropaici: indossare biancheria intima rossa, baciarsi sotto il vischio, come  segno di felicità e prosperità. Qualche anno fa, si usava, specialmente a Roma, gettare dalla finestra tutti gli oggetti vecchi come a volere scacciare le cose brutte accadute durante il vecchio anno. 

L'Epifania si celebra il 6 gennaio per le chiese che seguono il calendario gregoriano, il 19 gennaio per quelle che osservano il calendario giuliano. La parola deriva dal greco antico e significa "manifestazione di qualcosa di mirabile", mirabile come l'adorazione dei re Magi al bambinello Gesú. Melchiorre, Gaspare e Baldassarre guidati dalla stella cometa portarono in dono oro, incenso e mirra, che simboleggiano regalità, divinità, sofferenza e redenzione. All'Epifania è legato il mito della Befana: una vecchina bruttissima! ma amatissima che, volando a cavallo di una scopa, porta dolciumi e regalini ai bambini, la notte del 6 gennaio, dentro una calza che pende dal camino. In questo periodo, per antica tradizione, a Roma, in piazza Navona, si allestiscono bancarelle che vendono giocattoli e dolciumi. Questa tradizione è oggi, però, accompagnata da molte polemiche. Al di là di tutto crediamo che questo sia un appuntamento magico nella cornice della piú bella piazza del mondo, dove si ricrea, ogni anno  - con luci, giocattoli, l'odore dello zucchero filato e delle caldarroste -  un'atmosfera natalizia senza pari. Chiudiamo rinnovando a tutti gli auguri di un buon Natale e di un prospero e felice 2018.



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Forse è il caso di "ricordare" ai titolisti del quotidiano in rete che i prefissi si scrivono "attaccati" alla parola che segue e che Pomezia non è un comune pontino (non essendo provincia di Latina) ma 'romano'.


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