domenica 30 ottobre 2016

Il rancio e il laziale


Due parole sul "rancio", uno dei vocaboli  omografi e omofoni di cui la nostra lingua non difetta. Cominciamo con il dire che questo termine può essere tanto sostantivo quanto aggettivo. Nel secondo caso è l'aferesi di "(a)rancio": color dell'arancia;  sta, quindi, per "arancione". Occorre dire, però, per "obiettività linguistica" che questo aggettivo viene adoperato, per lo piú, in poesia; difficilmente un grande scrittore lo userebbe in una prosa. È anche aggettivo quando viene adoperato nell'accezione di  "rancido": quel formaggio è rancio, vale a dire rancido. Il terzo significato - e in questo caso è un sostantivo - è quello noto a tutti: pasto dei soldati. L'origine non è schiettamente italiana (o latina) - per questo motivo, pur essendo l'accezione "principe" del vocabolo,  lo abbiamo relegato nell'ultimo posto - ma spagnola: rancho (stanzone di persone). I militari non consumano il pasto in comune in uno "stanzone"? E concludiamo con "laziale", altra parola omografa e omofona con distinti significati: abitante del Lazio e tifoso della squadra di calcio (la Lazio). E qui lanciamo una provocazione ai lessicografi. Perché non chiamare il tifoso della squadra di calcio "lazista" e lasciare laziale solo per designare l'abitante della regione? Laziale "ambivalente"  - a nostro modo di vedere - può creare confusione tra l'abitante e il tifoso. Un abitante di Frosinone, per esempio, è un laziale, ma non necessariamente un tifoso della Lazio. A suffragio della nostra tesi - che non riteniamo affatto peregrina -  portiamo una motivazione etimologica. Il suffisso "-ale" di laziale indica un' "appartenenza": che è del Lazio, che appartiene al Lazio. Lazista - per indicare il tifoso della squadra - oltre a non creare equivoci - ci sembra appropriato perché composto con il suffisso "-ista" con il quale si intende "colui che professa o parteggia per qualcosa". Il tifoso della Lazio non "parteggia" per la squadra del cuore?  Ci piacerebbe conoscere il parere dei soliti soloni della lingua...
Si dia un'occhiata anche qui.

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Inerme e inerte


Si presti attenzione a questi due vocaboli, perché spesso si confondono. Hanno significati diversi. Il primo significa "privo di armi", quindi indifeso. Il secondo sta per inattivo, inoperoso e simili.


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Un "test" sulla conoscenza della lingua italiana preparato dall'Accademia della Crusca in collaborazione con il quotidiano la Repubblica. Si clicchi qui.


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