domenica 5 giugno 2016

Essere pettegolo come una taccola

Questo modo di dire dovrebbe esser noto agli amici lettori veneti derivando, la voce pettegolo, dal dialetto veneto, appunto, "petegolo" (propriamente "piccolo peto", vale a dire "rumore intemperante e sgradevole"). Il pettegolo, infatti, con le sue "chiacchiere e commenti maliziosi su altre persone" non emette sempre un chiacchierío, quindi un "rumore sgradevole"? E perché come una taccola? È presto detto. La taccola, un uccello dei passeriformi simile alla cornacchia, vive in comunità e si unisce spesso a gruppi di corvi e stormi emettendo un verso continuo e articolato che unito al verso degli altri uccelli dà la sensazione di un interrotto chiacchiericcio. Di qui il "paragone metaforico" con la persona pettegola. Alcuni Autori - occorre dirlo per "onestà linguistica" - fanno derivare la voce pettegolo o, meglio, la connettono a "putus", ragazzo, attraverso una forma diminutiva di "puticolus" ('fanciullo' e i fanciulli - si sa - non stanno mai zitti, ndr); altri a "petere", andare verso, ricercare e il "petente", vale a dire il "richiedente" - anche questo si sa - non sta mai zitto: con le sue "richieste" diventa assillante. Il modo di dire si adopera anche nella variante "pettegolo come una portinaia", vale a dire chiacchierone come la tradizione dipinge le portinaie, che solitamente si intromettono nei fatti degli altri e sanno tutto ciò che riguarda gli inquilini del palazzo.
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La parola proposta da questo portale - non attestata nella maggior parte dei vocabolari dell'uso - è: oblatratore. Sostantivo maschile deverbale il cui significato è "maldicente", "denigratore", "calunniatore" e simili. È tratto dal verbo latino "oblatrare", letteralmente "latrare contro";  con uso figurato vale "scagliarsi contro qualcuno", quindi calunniarlo e simili.               

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