mercoledì 13 aprile 2016

Far la veglia del Padella

Ecco un modo di dire - probabilmente poco conosciuto - messo in pratica da tutti coloro che in una discussione non raggiungono mai un accordo oppure si dilungano in chiacchiere sterili senza mai arrivare al "dunque". Per l'origine dell'espressione diamo la "parola" a Pico Luri di Vassano, al secolo Ludovico Passarini. «Narrano le cronachette del popolino di Firenze, che uno soprannominato il "Padella" volle fare anch'esso la su' veglia la sera di Carnevale, e v'invitò tutto il vicinato. Vennero i sonatori co' loro strumenti, e in mezzo alle chiacchiere della brigata il loro capoccia cominciò ad accordarli. Accorda, accorda, accorda, e non andavano mai all'unisono; sí che non si poté attaccare un ballo. Intanto dalli, dalli, venne il sonno ad occupar le ciglia degl'invitati: e ognuno se ne tornò a casa ridendo e dicendo: "La veglia del Padella è andata a finire in accordature"; e il detto diventò proverbio».

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La lingua "biforcuta" della stampa


Cosí titolava un quotidiano in rete. Sarà bene ricordare che il sostantivo "aspirapolvere" non ha plurale perché è composto di una voce verbale e un nome femminile singolare e i sostantivi cosí formati nel plurale restano invariati: il portacenere, i portacenere; l'aspirapolvere, gli aspirapolvere.

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Lo strafalcione è stato corretto (si sono imbattuti in questo sito?)

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Invitiamo l'anonimo lettore che nei commenti al "post" A bizzeffe ha scritto: Lei si contraddice in continuazione. Chiudo qui. a dirci dove e quando ci siamo contraddetti.

2 commenti:

Otto ha detto...

Gent. Dott. Raso, vedo con piacere che spesso ci spiega tanti modi di dire della nostra lingua. Le chiedo, pertanto, di spiegarci anche l'espressione "essere una pizza", per indicare una cosa lunga e barbosa. Io non ho trovato niente di convincente.
Grazie in anticipo.
Otto

Fausto Raso ha detto...

Gentile Otto,
non so, onestamente, quanto possa essere attendibile questa spiegazione. L'espressione sembra sia di origine popolare romanesca. Quando una pizza ha parecchi ingredienti risulta, a volte, molto pesante e di difficile digestione. Pare che questo tipo di "pizza" capitò sotto i denti di un popolano romano che non esitò a inveire contro il "pizzettaro" dicendo "che pizzaaa!" Di qui, per traslato, la locuzione è passata a indicare un discorso lungo e barboso, quindi pesante.
Cordialmente
FR