giovedì 14 maggio 2015

Il bestiame e il denaro

Nelle nostre modeste noterelle abbiamo sempre scritto che se c'è una scienza interessantissima questa è l'etimologia, vale a dire la scienza che ha per oggetto lo studio dell'origine delle parole di una lingua. Questa branca della linguistica ci permette di scoprire cose... inaspettate. Chi avrebbe mai immaginato, infatti, che l'aggettivo pecuniario in origine non aveva nulla che vedere con il denaro? Per saperne di piú diamo la parola a Lodovico Griffa.

(Pecuniario) è aggettivo di origine dotta e deriva dal latino "pecunia" (denaro) che non è passato direttamente nella lingua italiana. A sua volta il termine latino deriva da "pecus" (bestiame). Evidentemente per i nostri antichissimi antenati, dediti alla pastorizia in territori non ancora ben divisi e dai confini incerti, la ricchezza consisteva nel numero di capi di bestiame che la famiglia possedeva e da cui ricavava sostentamento e qualche possibilità di scambio con altri. Il bestiame, insomma, sostituiva il denaro. In tempi di piú avanzata civiltà, quando già da secoli correva sui mercati come denaro il metallo coniato, il termine "pecunia", non avendo piú riferimento con la realtà concreta, fu soppiantato nella parlata popolare da "solidus" (da cui "soldus" e poi 'soldo') e da "denarius", che indicavano due monete (il "nummus aureus" e il "denarius") correnti ai tempi dell'impero, visibili e toccabili, anche se spesso non possedute da tutti. Cosí "pecunia" rimase nel latino letterario e scritto e morí con esso, mentre "soldus" e "denarius" passarono nel volgare (l'italiano). Si possono sentire talvolta in italiano frasi come "ho poca pecunia", "occorre molta pecunia" e simili. Sono frasi di gergo dotto, cioè usate nella cerchia di persone sulla cui parlata influiscono i ricordi di scuola. Nel gergo udremo invece: "Ho poca grana; "occorre molta grana". L'italiano medio, non dotto e non gergale, suona invece "ho poco denaro".

Quanto alla voce gergale "grana" (per denaro), secondo il vocabolario Treccani, il termine deriverebbe dal nome di una antica moneta napoletana e siciliana.

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La parola proposta da questo portale: lautetrico.  È un aggettivo (del linguaggio ecclesiastico) tratto da "latria" e indica il culto riservato esclusivamente a Dio.

 

 

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