lunedì 2 marzo 2015

Trattare con i guanti gialli


Contrariamente all'uso comune l'espressione corretta è "guanti gialli", non bianchi. Sinceramente non sappiamo trovare una spiegazione che giustifichi l'uso distorto del modo di dire. Sappiamo con certezza, però, che l'espressione si riferisce a persone molto permalose, suscettibili; persone che debbono essere trattate - per avere la certezza che non risentano di un nostro involontario sgarbo - con tutte le cure possibili e immaginabili, con tutti i riguardi, insomma. Ma perché guanti gialli e non, per esempio, neri, marrone o... bianchi come il modo di dire "storpiato"? La risposta è piú semplice di quanto si possa pensare. Un tempo, soprattutto nel periodo della "belle epoque", i guanti gialli erano propri di persone raffinate ed eleganti, erano, per usare una barbara e bruttissima espressione, lo "status symbol" delle persone; in Francia, in modo particolare dove, da sempre, la moda impera e viene esportata.

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La parola proposta da questo portale - probabilmente non molto conosciuta - è canterale. Oggi sta per "cassettone", o, per adoperare un termine francesizzante, "comò". In origine indicava la credenza dove riporvi i bicchieri.

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Forse pochi sanno che “giusta” oltre che femminile singolare dell’aggettivo giusto è anche una preposizione impropria che sta per secondo, conforme e simili. È una preposizione non molto conosciuta perché snobbata dalla quasi totalità dei testi grammaticali. In proposito segnaliamo – per l’uso corretto – un articolo di Bice Mortara Garavelli.

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