domenica 13 aprile 2014

Son finite le messe a S. Gregorio

Questo modo di dire - probabilmente piú conosciuto a Roma che nel resto del Paese - si tira in ballo quando si vuol mettere in particolare evidenza il fatto che non c'è piú rimedio a una determinata cosa, tutto è finito; i giochi, insomma - come usa dire - sono ormai fatti. Alcuni studiosi di "cose liturgiche" ritengono che la locuzione sia di provenienza prettamente romana e derivi dal privilegio di cui godeva - nei tempi andati - la chiesa di S. Gregorio al Celio dove si poteva celebrare una messa un'ora dopo mezzogiorno, per puro comodo dei ritardatari. Da questo privilegio - per altro non provato - il popolo avrebbe coniato la suddetta espressione a significare, appunto, che "tutto è finito", "non c'è nient'altro". Altri studiosi sostengono, invece, che la locuzione sia giunta a noi dalla celebre messa gregoriana che - secondo una pia credenza - ha il potere di liberare un'anina dal purgatorio.

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La parola che proponiamo oggi è: naumachía. Sostantivo femminile adoperato, attualmente, per indicare una finta battaglia navale a scopo di spettacolo.

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