lunedì 16 dicembre 2013

La soldato, la soldata e la soldatessa

Egregio dott. Raso,
ho letto con vivo interesse la polemica circa "la ministra" e "la ministro" e, se ho ben capito, la Crusca ha sentenziato: la ministra.
Resta irrisolto, mi sembra, il caso della donna-soldato: la soldato, la soldata o la soldatessa? Qual è il suo pensiero in proposito?
Grazie e cordialità
Sabino A.
Mantova
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Gentile Sabino, ho espresso il mio pensiero, in proposito, durante il "caso Melania": soldata. Mi sembra che alcuni vocabolari riportino "soldatessa", termine, a mio avviso, da evitare perché il suffisso"-essa" ha un "sapore" ironico o dispregiativo (tranne nei casi cristallizzati: poetessa, professoressa, dottoressa). E come la mettiamo con i gradi? Il caporale Giovanna o la caporale Francesca? Il capitano Silvana o la capitana Rossana? In questi casi basta seguire la regola grammaticale secondo la quale i sostantivi mschili in "-o" formano il femminile mutando la desinenza "-o" in "-a": il portinaio, la portinaia; il capitano, la capitana; il maresciallo, la marescialla (anche se in quest'ultimo caso, nell'uso comune, si intende la moglie del maresciallo; a tal proposito è interessante la nota d'uso del De Agostini). Per quanto attiene ai sostantivi in "-e" (caporale, tenente ecc.) muterà solo l'articolo perché la desinenza "-e" si riferisce a entrambi i generi: il caporale Giuseppe, la caporale Marisa; il tenente Armando, la tenente Matilde; il maggiore Roberto, la maggiore Sonia; il generale Massimo, la generale Susanna (anche qui è interessante la nota d'uso del De Agostini). E visto che siamo in argomento, aborriamo quell'orribile ed errata "vigilessa" (termine attestato solo nel GRADIT) e diciamo, correttamente, "la vigile".

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