mercoledì 10 ottobre 2012

Fare la pentola a due manichi

Questo modo di dire ha due distinti significati pur avendo la medesima origine. Il primo, conosciutissimo, è adoperato a ogni piè sospinto e si dice di persona che sta senza far nulla, che ozia, che poltrisce e, in senso lato, si dice anche di persone pigre. Il secondo significato – poco conosciuto – si riferisce a colui (o colei) che ama impartire ordini e basta. L’origine della locuzione ci sembra intuitiva: si rifà all’immagine di una persona, per lo piú di una certa grassezza, che se ne sta comodamente con le mani sui fianchi, senza far nulla, a “mirare” gli altri che, al contrario, lavorano incessantemente, venendo in tal modo ad assomigliare a una grossa pentola con due manichi (sic!). E sempre in tema di pentole, ci viene alla mente l’espressione “ogni pentola ha il suo coperchio”. Il detto, di origine proverbiale, appena ‘nato’ si adoperava per dire che ogni popolo ha i capi che si merita, e in questo senso, infatti, è citato anche da San Gerolamo. Oggi viene impiegato per dire che nella vita non c’è nulla di difficile, di strano, di brutto, di negativo e simili che non trovi qualcosa di adatto alla bisogna. Si adopera, insomma, per ricordare che non c’è problema, per quanto arduo, che non possa avere una sua soluzione. Dovrebbero esser note anche le varianti “non c’è pentola cosí brutta che non trovi il suo coperchio” e “ogni pentola trova il suo coperchio”.




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