giovedì 8 marzo 2012

Vai a scuola? No, ozio...


Probabilmente i ragazzi che frequentano le classi ginnasiali e gli stessi docenti non sanno che – stando all’etimologia – dovrebbero entrare nelle aule scolastiche in costume adamitico. Sí, proprio cosí. Scherzi dell’etimologia. Ma andiamo con ordine cominciando col vedere l’origine della scuola (anche se l’argomento, ci sembra, è stato trattato sul “Cannocchiale”). Sembrerà inverosimile, ma la scuola, che per moltissimi giovani (e per noi ai nostri tempi) è associata al lavoro, alla pena, alle ansie, alle notti in bianco e, talvolta, a qualche benevolo e paterno scapaccione, quando è ‘nata’ voleva dire esattamente il contrario: riposo, ozio e, perché no?, ‘pacchia’. Scuola, infatti, viene dal greco ‘scholé’ che significa, per l’appunto, ‘riposo’, ‘ozio’. Ciò si spiega con il fatto che nell’antichità (Grecia e Roma) i soli che si dedicassero agli studi erano gli uomini i quali, quando erano liberi da ‘impegni bellici’ o dai lavori dei campi, ne approfittavano per dedicarsi alla cura della mente, dello spirito. Quei pochi momenti liberi che potevano riservare alla cura dell’ ‘animo’, della mente – tra una guerra e l’altra – erano considerati un piacevole riposo, uno svago  anche (e, forse, soprattutto) perché  per la mentalità dell’epoca coloro che si dedicavano allo studio anziché alle armi o al lavoro dei campi, non… lavoravano, oziavano. La scuola, dunque, era un… ozio. E veniamo al ginnasio, che nell’accezione moderna – come recitano i vocabolari – è un “corso di studi classici in due anni al quale possono accedere i ragazzi in possesso della licenza media; biennio del liceo classico”. Anche il ginnasio, nell’antichità, quando è ‘nato’ aveva tutt’altro significato: presso i Romani e i Greci era un luogo pubblico dove i giovani si addestravano alla lotta, alla corsa e al lancio del disco; era, insomma, una palestra. L’origine della parola è anch’essa greca, ‘gymnàsion’ (‘luogo per esercizi ginnici’), da ‘gymnòs’ (nudo); e ciò perché i giovanotti che frequentavano il ginnasio, vale a dire la palestra, erano in abiti assolutamente adamitici.  Come si è giunti all’ ‘evoluzione’ della parola? Cioè a ‘luogo di studi classici’? È presto detto. Molto spesso il ginnasio era circondato di portici con sedili dove - col tempo - maestri e filosofi sedevano per provvedere – dopo il pugilato, i salti, le corse -  all’ ‘addestramento spirituale’ di quei baldi giovani. Il nome finí, quindi, con l’indicare anche la ‘palestra della mente’.

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Otto marzo: tanti cordiali auguri alle nostre amiche blogghiste.

1 commento:

Giovanna ha detto...

La ringrazio, Dottor Raso, per il gentile pensiero dedicato alle donne che seguono il Suo prezioso blog.
Cordialmente