giovedì 25 agosto 2011

Il «rebusista"


L’appassionato di rebus non ha un nome proprio che lo connoti; i vocabolari, per lo meno, non registrano alcun termine in proposito. Avremmo pensato di chiamarlo “rebusista”, con il solito suffisso “-ista”, che indica attività, professioni e mestieri. Siamo arrivati secondi, però, perché abbiamo scoperto che il Gradit (l’unico?) attesta “rebussista”. Onestamente non comprendiamo il motivo della doppia “s”. A nostro avviso il raddoppiamento sarebbe giustificato se il vocabolo “genitore” si leggesse con l’accento sulla “u” (rebús) in cui la consonante ‘s’ si “sente” doppia: rebúss.

10 commenti:

In.Somma ha detto...

Gentile Dottor Raso,
condivido la Sua opinione per quanto riguarda l'adozione del sostantivo "rebusista", da preferire a "rebussista" per le ragioni da Lei esplicitate.
In Internet, comunque, si trovano entrambi i termini, sebbene "rebussista" ricorra più spesso.
Il Devoto-Oli riporta l'aggettivo "rebussistico" con il significato (scherzoso) di "indecifrabile, poco chiaro".
Approfitto per sottoporre alla sua attenzione due termini (forse dialettali) che sembrano piuttosto diffusi: "barretto" ("piccolo bar") e "bussino" (l'autobus adibito al trasporto degli scolari).
Qual è la sua opinione riguardo a questi vocaboli?
La ringrazio.
Con stima

Fausto Raso ha detto...

Cortese In.Somma,
a mio avviso "barretto" e "bussino" sono 'corretti' perché derivano da monosillabi in cui nella pronuncia le consonanti finali "r" e "s" si "sentono", di conseguenza si raddoppiano nella grafia dei composti.
Cordialmente

In.Somma ha detto...

Grazie di nuovo, gentile Dottor Raso.
Dunque Lei considera "baretto" non corretto? Mi perdoni la rima involontaria, oltre che vagamente cacofonica.
Cordialmente

Anonimo ha detto...

La doppia s del derivato serve a mantenere la pronuncia sorda della s della base. Per questa ragione è presente, nei dizionari, solo "rebussista". "Rebusista" (inevitabilmente con s sonora) sarebbe francamente brutto.

Fausto Raso ha detto...

Caro "anonimo", quali (e quanti) vocabolari attestano "rebussista"?
UNO SOLO: il Gradit.

Anonimo ha detto...

Il Devoto-Oli registra rebussistico, per il quale vale lo stesso discorso. Gli altri dizionari, come lei stesso ha osservato, semplicemente non lo registrano. Del resto mi pare evidente: non tutto può entrare in un dizionario, e qualcosa dev’essere sacrificato.

Fausto Raso ha detto...

Caro "anonimo", io intendevo il sostantivo (rebusista/rebussista), non l'aggettivo (rebussistico), quest'ultimo, peraltro, si trova anche nello Zingarelli e nel De Mauro (oltre che - come visto - nel Gradit e nel Devoto-Oli).

Anonimo ha detto...

Rebussista o rebussistico, non cambia nulla: il secondo è un derivato del primo. La discussione verte intorno alla questione della doppia s: io le ho spiegato perché è stata preferita la grafia ss a s.

Fausto Raso ha detto...

Caro Anonimo (coraggioso)la ringrazio per la "spiegazione". Vedo che ha violentato sé stesso per rispondermi, visto che aveva deciso di "chiudere".
CHIUDO IO, comunque.

Anonimo ha detto...

Mi scuso se l'ho offesa, Sig. Raso. Ho semplicemente voluto offrire la risposta al suo interrogativo iniziale ("non comprendiamo il motivo della doppia s").