venerdì 6 maggio 2011

«Senonché» o «sennonché»?





Segnaliamo un’altra disparità di vedute tra il dizionario Gabrielli in rete (riveduto e “corretto”) e il "Dizionario Linguistico Moderno" (pag. 594) dello stesso Aldo Gabrielli, a proposito della congiunzione “sennonché”. Nel vocabolario in rete si legge: «sennonché
[sen-non-ché]
o senonché
cong.
(con valore avversativo) Ma, però: era già pronto a partire, s. un'improvvisa telefonata lo
costrinse a restare in ufficio». Nel Dizionario linguistico, invece, leggiamo: «Sennonché, questa la grafia giusta; eppure molti scrivono, sbagliando, "senonché". Il "se" infatti, nei composti, richiede sempre il raddoppiamento: sennò, sebbene, seppure ecc.». Siamo sicuri che il Maestro si starà rivoltando nella tomba alla vista del suo vocabolario riveduto e "corretto". La sola grafia corretta - forse è bene ricordarlo ancora una volta - è con due "n", se univerbata. In alcuni libri la predetta congiunzione si trova scritta con una sola "n" perché anticamente si usava distinguere le funzioni del "sennonché". Se aveva il significato di "fuorchè", "tranne che" e introduceva, quindi, una proposizione eccettuativa si scriveva con una sola "n": non dico altro 'senonché' occorre fare ogni sforzo per aiutarlo. Se, invece, aveva il significato di "ma", "però" e introduceva una proposizione coordinata si scriveva con due "n": sarei dovuto partire ieri, 'sennonché' un impegno improvviso me lo ha impedito. Oggi tutti i "sacri testi" sono concordi nel consigliare la grafia univerbata con du "n" (sennonché) per rispettare sempre il rafforzamento sintattico.

Ci siamo accorti, ora, che l'argomento è stato già trattato; chiediamo scusa per la ripetizione.

1 commento:

il puntiglioso ha detto...

Sì, gentile dott. Raso, ne ha parlato l'8 marzo scorso. Non si preoccupi, comunque, perchè come dicevano i latini...
Con stima e cordialità