martedì 15 marzo 2011

«Fare uno conte di Corneto»


Appena fuori del portone, varcato l’angolo, Giovanni non poté fare a meno di attirare l’attenzione del padre ed esclamare: «Papà, guarda c’è il cavalier Del Raso con la moglie; lo sai che è diventato conte di Corneto?». Il padre, naturalmente, non capí e chiese spiegazioni al figlio. Questi, come i giovani di oggi, molto piú scaltro del genitore, con aria stupita (per l’ignoranza del padre) gli fece notare che era l’unico a non sapere che l’espressione “diventare conte di Corneto” è un modo elegante per mettere in dubbio la fedeltà coniugale di una persona. Nel caso del cavaliere era messa in dubbio la fedeltà della moglie. Del Raso, insomma, come si dice comunemente e volgarmente era un...
Vediamo come è nato questo modo di dire. Qualche anno dopo la breccia di Porta Pia, esattamente nel 1872, alla medievale cittadina di Tarquinia, in provincia di Viterbo, fu imposto il nome - che conservò fino al 1922 - di “Corneto di Tarquinia” (dal nome dell’omonimo castello). Dal nome di Corneto, attraverso un gioco di parole con “corno”, la fantasia popolare ha coniato le espressioni «mandare uno a Corneto», «farlo conte di Corneto»; «nominarlo duca di Corneto”; «principe di Corneto”. Tutti modi di dire, che, con eleganza, vogliono mettere in evidenza l’infedeltà coniugale.

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E sempre in tema di modi di dire, chi non conosce il significato figurato di «fare harakiri»? Prima di occuparci del significato metaforico dell’espressione, che in senso proprio indica il suicidio dei samurai giapponesi i quali - per motivi di onore - si tolgono la vita squarciandosi il ventre con la spada, ci preme soffermarci sull’esatta grafia del termine, che è con l’ “h” iniziale, ‘harakiri’, appunto, o se si vuole italianizzare, “carachiri”, come suggerisce il
DOP, non con il “k”, come molto spesso, per non dire sempre, si vede scritto sulla stampa. Ma tant’è. Fare harakiri, dunque, in senso figurato si dice di colui che - senza un motivo apparente o per lo meno senza motivazioni plausibili agli occhi di altri - decide la propria rovina economica, morale e di carriera. Tizio ha fatto harakiri, cioè “si è tolto di mezzo” rinunciando volontariamente alla propria fortuna.

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