lunedì 3 gennaio 2011

La (arte) cucinaria non è "degradante"





Non vorremmo rovinare l’inizio del nuovo anno a qualche linguista (molto spesso improvvisato, e la rete pullula di questa “gente”) che si dovesse imbattere, casualmente, in questo sito. Ciò che stiamo per scrivere, infatti, farà storcere il naso a qualcuno, ma non possiamo sottacere l’uso improprio - a nostro avviso - che taluni fanno dell’aggettivo “degradante”, ‘spalleggiati’, purtroppo, da alcuni vocabolari. Degradante, dunque, è il participio presente del verbo “degradare”, che significa “privare del grado”: quell’ufficiale è stato degradato. E solo in questo significato - in buona lingua - andrebbe adoperato. All’infuori di questa accezione si dovrebbero adoperare altri aggettivi che fanno alla bisogna: avvilente, umiliante e simili. Non diremo, quindi: Giulio è stato costretto a un lavoro degradante, ma, “correttamente”, a un lavoro umiliante. C’è anche un caso inverso, però, un aggettivo ritenuto scorretto, che... scorretto non è: cucinario. Molti linguisti, infatti, lo condannano e “consigliano” culinario. Quest’ultimo aggettivo, invece, pur avendo origini latine (http://www.etimo.it/?term=culinario&find=Cerca) è un francesismo da evitare. Meglio, dunque, arte cucinaria, non culinaria. Ma tant’è.

* * *

Dalla rubrica di lingua del Corriere della Sera in rete:
Questione di imperativo
Gentile Professore, le chiedo se esiste ed eventualmente qual è l'imperativo del verbo assuefare.
Colgo l'occasione per inviarle cordialissimi auguri per un sereno 2011 in buona salute e in serenità.
Grazie.
Firma
Risposta del linguista:
De Rienzo Domenica, 02 Gennaio 2011
Esiste sicuramente quello del riflessivo: assuefati.
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Esiste anche quello “normale”, eccolo:
assuefa, assuefai, assuefa', assuefaccia, assuefacciamo, assuefate, assuefacciano.

4 commenti:

Marco Andora ha detto...

Gentile Raso,
leggo sempre con attenzione i suoi interventi. A volte, però, sono distratto da un uso decisamente "abbondante" delle virgolette, come nel testo qui sopra. A questo proposito sarei curioso di conoscere i suoi criteri nel loro utilizzo e perché le preferisca al corsivo o ad altre convenzioni comunemente usate per evidenziare le parole nei testi pubblicati online. Se non fossero disponibili opzioni di formattazione, non il caso di questo blog, si possono ad esempio usare segni di _sottolineatura_ (underscore per chi preferisce l'inglese) o *asterischi*.

Un cordiale saluto,

Marco Andora

Fausto Raso ha detto...

Ha ragione, gentile Marco,
il motivo è semplice. Il blog non riconosce - quando incollo il testo da word - il corsivo e il neretto, solo le virgolette. Una volta incollato, dovrei rileggerlo e mettere il corsivo "a mano". In futuro cercherò di ovviare, per quanto possibile, all'inconveniente che Lei lamenta. Grazie per l'apprezzamento.

Ivana Palomba ha detto...

Gentile Dr. Raso
Nell’augurarle un sereno 2011 la ringrazio per le sue sempre ottime note volte ad un uso migliore della nostra bella lingua. Concordo con il suo scritto e mi scuso se involontariamente qualche volta li ho usati impropriamente, mi permetta poi di aggiungere che relativamente a degradare vi è anche
l’omologo “digradare” che un tempo era usato promiscuamente con degradare ma che oggi si tende ad usare solo nel significato materiale di scendere gradualmente, diminuire via via d’intensità ecc.
Cari saluti
Ivana Palomba

Fausto Raso ha detto...

Gentilissima Ivana, La ringrazio sentitamente per le Sue belle parole e ricambio di cuore gli auguri di un sereno 2011.
FR