venerdì 19 aprile 2024

Sgroi - 175 - “CatAratta” e/o “catEratta”: fra uso spontaneo ed elicitato, tra polisemia ed omonimia

 




di Salvatore Claudio Sgroi 

 

1. Uso reale ed uso elicitato 

Alla domanda da me posta a 30 colleghi “Tu come dici?” relativa al precedente intervento “catEratta o catAratta?” la risposta “elicitata” nettamente maggioritaria è stata quella a favore di “catAratta (dell’occhio)”. 

 

2. CatEratta 

Una sola risposta, secca, coincide con quella mia:  

1. “cateratta” (A). 

 

2.1. CatEratta ma 

Un secondo collega (D1): 

2. “Curiosamente: 

senza controllo io dico: il prossimo mese mi opero di cateratta (notizia vera); ma: 

si aprirono le cataratte del cielo (La sento forse come un'espressione aulica e figée). Quanto a quelle del Nilo sono cateratte”. 

 

3. La risposta maggioritaria pro catAratta 

Risposte secche per catAratta sono state invece: 1. “con la a” (O), 2. “Per me, è tara” (C1), 3. “catAratta” (T1), 4. “Cataratta” (P1), 5. “io dico cataratta” (G1), 6. “Io dico cataratta” (M1), 7. “Io dico cataratta” (B1), 8. “Cataratta. Interessante” (R1), 9. “ho letto il tuo nuovo interessante contributo: per quanto mi riguarda dico “cataratta” (F), 10. “Io avrei detto ‘cataratta’” (C2), 11. “Io catAratta, senza dubbi” (B2), 12. “Io ho sempre detto cataratta” (L1), 13. “Le mie cataratte ti ringraziano” (R2), 14. “Come i medici senza esserlo: cataratta” (S).  

Più articolata: 15.Io credo di dire catàratta (sperando che il fatto stesso che tu mi abbia fatto la domanda non mi abbia in qualche modo influenzato, ma non credo visto che quella parola l'ho usata nel passato recente). Non escludo però che, se mi trovassi a interloquire con un oftalmico italiano, se quello usasse cateratta, non adotterei io seduta stante quella pronuncia. Se invece la sentissi usata da qualcuno meno "studiato", magari butterei un occhio al sito della Treccani per verificare :)” (P2). 

Con argomentazione etimologica 16. “Personalmente, ho sempre preferito ‘cataratta’ perché mantiene il prefisso etimologico κατα” (M2).  

Con commento semiologico (faccine) e rinvii a link con cataratta di oculisti :  

17. “Sempre in concordanza col mio oculista! In sincronia e diacronia (D2). 

 

4. L’opposizione semantica: la cateratta (dell’occhio) vs le cateratte del Nilo 

Alcuni hanno strutturalmente e semanticamente opposto in maniera esplicita la catAratta (dell’occhio) a le catEratte (del fiume): 

1. “Cataratta (malattia degli occhi) Cateratta (del Nilo; sbarramento)” (T2). 

2. “Per me, le "cateratte" sono quelle del Nilo, mentre quelle degli occhi (di cui ho una certa esperienza, essendo stato operato ad entrambe) sono le "cataratte"” (G2). 

3. “Operazione della cataratta e le cateratte del Nilo” (C3). 

4. “Riflettendoci dico le cateratte del cielo ma è stato operato di cataratta” (L2).  

5. “Premetto che sono stato recentemente operato due volte (una per occhio) e quindi si tratta di una parola che ho usato e sentito spesso. tu hai ragione. o dico (e sento) solo catAratta in senso oculistico, senza alcun dubbio; nel senso idrologico (e metaforico), dico catEratte (quasi esclusivamente al plurale), ma su questo non metterei le mani sul fuoco” (V1). 

6. “Non ci avevo mai fatto caso, cmq uso cataratta con esclusivo riferimento alla malattia, e cateratta (ma solo come competente passivo) per ‘cascatella’ (del Nilo)” (M3). 

7. “Non ci avevo mai pensato Mi rendo conto ora che io dico 'cateratta' (di fiume) e 'cataratta' (oculistica)” (B3). 

8. “la CatAratta (dell'occhio), ma le catEratte del Nilo” (V2). 

 

5. La catAratta in tutti i casi 

Qualcuno adopera la forma catAratta nella duplice accezione:  

1..“io dico cataratta, in entrambe le accezioni” (D3). 

 

6. Uso alterno 

Qualcun altro accenna a un uso alternante:  

1..“mmm... mi sa che alterno” (T3). 

Se non serio, scherzoso: 

 

2. “Mi diverto ad alternare, ma spontaneamente mi viene cataratta, come ho sempre sentito in casa” (C4). 

 

7. La spiegazione delle due varianti 

Da linguisti altri amici, oltre i loro usi, avanzano una spiegazione delle due diverse varianti: 

1..“spiegherei cateratta, come forma che rispetta l'esito -AR- > -er- intertonico proprio del fiorentino. Il dato è interessante, visto che la parola è propria del linguaggio medico-oculistico” (D3). 

2. “Mi pare ovvio che sia il solito passaggio fiorentino AR>ER come in parlerò o nei non accettati canerino e manderino (M3). 

3. “Però in generale la r abbassa la vocale precedente, non la innalza” (V2). 

 

8. Polisemia (diacronica) o omonimia (sincronica)? 

Che “la catEratta” (dell’occhio) e “le catAratte del Nilo” abbiano la stessa etimologia diacronica greco-latina non c’è alcun dubbio, da qui la “polisemia” del termine in oggetto, come viene ricordato en passant da qualcuno: 

1..“'cateratta' (di fiume) e 'cataratta' (oculistica) ovviamente sono la stessa parola” (B3).  

Ma qualcun altro osserva anche con sensibilità sincronica:  

2. “Tendenzialmente come parlante le percepisco come due parole distinte con forme diverse” (V1),  

così da me commentata: 

Cataratta/e è voce polisemica diacronicamente, ma sincronicamente si tratta di due omonimi, data la loro distanza semantica”. 

Cui è seguito un ulteriore commento: 

Azzarderei che è un caso di allotropia: cataratta è voce di derivazione dotta, presa dal linguaggio medico direttamente dalla base latina; cateratte è voce di derivazione popolare, legata a scopi pratici, nata modificando la base latina come suggerito dal DISC” (V1).  

Un’osservazione che si affianca, direi, a quella mia di “omonimia sincronica”. 

 

Sommario 

1. Uso reale ed uso elicitato 

2. CatEratta 

2.1. CatEratta ma 

3. La risposta maggioritaria pro catAratta 

4. L’opposizione semantica: la cateratta (dell’occhio) vs le cateratte del Nilo 

5. La catAratta in tutti i casi 

6. Uso alterno 

7. La spiegazione delle due varianti 

8. Polisemia (diacronica) o omonimia (sincronica)? 




 


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